Tradate, le indennità della Giunta aumentano del 30%. Il sindaco: "Previsto dalla Legge di Bilancio"
L'incremento non peserà sulle casse comunali.
La Giunta di Giuseppe Bascialla ha approvato la scorsa settimana la delibera con cui si adeguano gli "stipendi" degli incarichi di vertice dell’Amministrazione comunale a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2021.
Tradate, aumentano le indennità dei vertici dell'Amministrazione
Un percorso che vede un aumento graduale fino al 2024 quando si arriverà a circa il 30% (e non del 68%, come riportato per errore su La Settimana di Saronno di oggi, venerdì 4 marzo) in più delle somme attuali.
Il primo cittadino infatti, che attualmente percepisce un’indennità di 2788 euro, passerà nel 2022 a 3.396, poi a 3.707 fino ai 4.140 nel 2024. Il vicesindaco invece da 1.533 a 1.868 euro, poi 2.039 e infine 2.277 euro; assessori e Presidente del Consiglio dai 1.254 attuali ai 1.528 nel 2022, 1.668 nel 2023 e 1.863 nel 2024, tenendo salve ovviamente le decurtazioni al 50% per chi oltre all’incarico pubblico ha un lavoro dipendente.
Aumenti sostanziosi, basati sul ricalcolo delle indennità in base a quelle ricevute dai Presidenti di Regione (13.800 euro lordi mensili) che almeno fino al 2024 non si ripercuoteranno sulle casse pubbliche; la Legge di Bilancio infatti oltre a decidere gli incrementi ha costituito un fondo apposito per sostenere le maggiori spese.
Un adeguamento che farà certo storcere il naso a molti, specialmente in un periodo costellato da inflazione e rincari che minano i bilanci di molte famiglie ma che da anni e in particolare durante l’emergenza Covid era chiesto a più voci dall’Anci (sia per riconoscere «dignità» agli incarichi pubblici, sia nella speranza di contrastare la sempre minore ambizione a impegnarsi per quei ruoli) e che tra l’altro non dipende dalla discrezionalità dell’Amministrazione. In parole semplici, l’aumento è automatico e dal Comune se ne è sostanzialmente preso atto.
"E’ quanto prevede la Legge di Bilancio - commenta il sindaco Giuseppe Bascialla - Non ci sono maggiori costi per le casse comunali e decidere di applicare una riduzione “a posteriori” non porterebbe ad avere più risorse a disposizione: semplicemente, quelle non spese resterebbero a Roma".