Nella lettera lasciata sul cadavere del figlio: "L'ho fatto per far soffrire la donna che ho amato"
Nelle dieci pagine di convalida, tutta la "freddezza criminale" del 40enne di Morazzone
Arresto convalidato e una ricostruzione che lascia poco spazio a dubbi: l'omicidio del piccolo Daniele da parte del padre Davide Paitoni sarebbe stato un gesto premeditato, secondo il giudice Giuseppe Battarino.
Arresto convalidato: in Paitoni "freddezza criminale"
Dieci pagine in cui sono ripercorsi tutti gli attimi, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, dell'uccisione di Daniele Paitoni. Sono passaggi estremamente crudi, e dolorosi, quelli contenuti nell'ordinanza firmata dal giudice del Tribunale di Varese Giuseppe Battarino, che arriva a parlare di "freddezza criminale" e di "organizzazione del pensiero e dell’azione del tutto sincronizzate con la premeditazione dei delitti".
Nessun preavviso
Il rapporto tra padre e figlio, e con l'ex moglie, traspare come meno teso di quanto abbia raccontato ieri l'amica della madre alle telecamere di Pomeriggio 5. La donna sosteneva che il piccolo non era sereno col padre, che dicesse che "era cattivo".
Invece, si legge nell'ordinanza, Daniele era stato dal papà già tre volte durante le festività natalizie: la vigilia di Natale, il 26 dicembre e il 30 dicembre. "Nulla di negativo accade - si legge nel documento - in una di quelle visite Daniele confeziona degli aeroplanini di carta su cui scrive espressioni affettuose per il padre, gli scrive su un biglietto 'papà e Daniele sempre insieme'".
L'omicidio
Poi c'è stata la visita del 1 gennaio. Paitoni, che nel corso dell'interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere, avrebbe confessato di aver fatto sedere il piccolo sulla sedia con una scusa, per poi colpirlo con un "colpo secco".
Prima però aveva allontanato il padre, dicendogli che lui e Daniele volevano fargli una sorpresa e invitandolo ad andare in camera. L'anziano, per tutto il tempo, ha guardato la tv non accorgendosi di nulla.
Pochi minuti, tremendi, agghiaccianti. Paitoni avrebbe infilato un pezzo di stoffa in bocca al figlio (elemento che, secondo il giudice, "induce a pensare alla consapevolezza del piccolo che qualcosa di tremendo stava per accadergli") così che non potesse urlare e chiedere aiuto, poi lo ha sgozzato e ne ha nascosto il cadavere nell'armadio dove lo hanno trovato i carabinieri.
A quel punto è uscito di casa, senza che il padre si accorgesse di nulla.
I messaggi
Dall'ordinanza, Paitoni avrebbe inviato due messaggi vocali. Il primo al padre:
"Lo so che fa schifo uccidere il proprio figlio - gli ha detto in un vocale inviato al genitore -, non aprire il mio armadio papà".
Il secondo alla moglie, dicendo di aver passato "una bellissima giornata" col figlio. Intanto stava andando da lei, a Gazzada. L'ha fatta uscire di casa dicendole di volerle riconsegnare il figlio, invece l'ha aggredita con delle coltellate che l'hanno raggiunta al volto, all'addome e alla schiena. Intanto, la ricopriva di insulti e dava a lei la colpa dell'accaduto.
Il biglietto
L'ultimo, tremendo, particolare riguarda il biglietto lasciato sul cadavere nel figlio. Una lettera, in cui Paitoni spiega anche il perchè del suo gesto:
"Far soffrire la donna che ho amato veramente".