Tamponi: sistema in tilt, tutti dai privati. Il Pd: "Regione metta un tetto e rimborsi i costi"
Il consigliere regionale Astuti: "Deve essere garantito il rimborso a chi ha la ricetta medica ma deve ricorrere al privato a pagamento a causa della disorganizzazione del pubblico"
Sistema tamponi in tilt in tutta la Lombardia, e nonostante i livelli di priorità definiti dalla task force attivata dalla regione è corsa ai laboratori e servizi privati per eseguire un test che il pubblico non riesce a fare senza lunghe attese (e conseguenti "prolungamenti" di quarantena). In questa situazione, dal Pd regionale si rilancia una proposta già avanzata, invano, a maggio 2020: quella di un calmiere dei prezzi dei tamponi e, soprattutto, di un rimborso ai cittadini.
"La Regione rimborsi i tamponi privati"
A maggio dello scorso anno si era deciso di rimborsare solo i tamponi positivi, scatenando non pochi malumori. Ora il Pd regionale, vedendo che migliaia e migliaia di lombardi non avendo la possibilità di fare tamponi (obbligatori) in tempi utili per i ritardi del pubblico si rivolgono al privato, chiedere di estendere quel rimbordo.
"Migliaia di cittadini sono costretti a pagare il tampone di tasca propria a cifre inaccettabili perché il sistema sanitario regionale non è in grado di garantirglielo - tuona il consigliere regionale Samuele Astuti - La Regione deve intervenire. Deve essere garantito il rimborso a chi ha la ricetta medica ma deve ricorrere al privato a pagamento a causa della disorganizzazione del pubblico e dell’incapacità della Giunta regionale lombarda di garantire i diritti dei cittadini. Per ottenere il rimborso deve bastare la ricetta del proprio medico".
Serve un calmiere (come già per i sierologici)
Altra richiesta dei dem è di fissare un prezzo massimo per i tamponi, come già si fece all'epoca per i test sierologici. Oggi invece ci si trova di fronte a una "giungla tariffaria", fra prezzi consigliati e una domanda tanto elevata (a fronte di un'offerta che fatica a tenere il passo) da far lievitare i prezzi, già non indifferenti.
"Dev'essere fissato un prezzo fisso e generalizzato che valga per tutte le strutture, non solo per i centri autorizzati dalla Regione. Non basta che il prezzo sia solo consigliato. Bisogna considerare che alcuni datori di lavoro chiedono comunque il molecolare per rientrare al lavoro e che anche gli antigenici, se fatte in strutture non convenzionate, arrivano a costare 50 euro e sono spesso le uniche con posti disponibili. Il sistema di tracciamento e dei tamponi è andato in tilt e le risposte di Fontana e Moratti sono inadeguate".