Bergamo

La lite, poi le coltellate. Marwen è morto in strada sotto gli occhi di moglie e figlie

La ricostruzione di quanto avvenuto ieri pomeriggio in centro a Bergamo

La lite, poi le coltellate. Marwen è morto in strada sotto gli occhi di moglie e figlie
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È morto davanti alle sue figliolette, 12 e 2 anni, e tra le braccia della compagna, Eleonora Turco, Marwen Tayari, di 34 anni, originario della Tunisia ma in Italia da parecchi anni. È stato colpito al petto in pieno giorno nel centro di Bergamo da alcune pugnalate che non gli hanno lasciato scampo. Responsabile dell’omicidio, avvenuto ieri (domenica 9 agosto) all’inizio di via Ermete Novelli, è Alessandro Patelli, un ragazzo di 19 anni, incensurato, che lavora come giardiniere e che abita nel palazzo davanti al quale si è consumata la tragedia.

Lite e coltellate letali in centro a Bergamo

Il giovane è stato fermato pochi istanti dopo dai carabinieri della stazione di Bergamo Bassa, distante pochi metri dalla scena del delitto, e portato in caserma sotto choc dai militari, dove ha accusato un malore ed è stato trasferito al Papa Giovanni XXIII. Al termine dell’interrogatorio, avvenuto in serata, il sostituto procuratore Paolo Mandurino ha disposto l’arresto in flagranza di reato per omicidio volontario.

Ora si trova in carcere, i due non si erano mai visti prima di allora. Il ragazzo, secondo la versione riportata dal Corriere della Sera, avrebbe ammesso di avere colpito il tunisino con un coltello già in suo possesso e di essersi sentito minacciato. Temeva che l'altro lo colpisse con la bottiglia di birra che aveva in mano.

La ricostruzione dei fatti

Secondo quanto ricostruito, erano da poco passate le 13 quando Marwen Tayari ha avuto un battibecco con il giovane. Tayari era venuto a Bergamo con la famiglia per trascorrere il pomeriggio in centro città e si erano fermati a mangiare qualcosa vicino al portone d’ingresso del palazzo in cui abita il diciannovenne, che in quel momento stava rientrando in casa. Pare che il giovane, passando, abbia urtato la figlia dodicenne e sia volata qualche parola di troppo, poi il ragazzo è salito in casa e la discussione sembrava essere finita lì. Invece è ridisceso, il litigio è ripreso e degenerato al punto che Patelli avrebbe estratto il coltello serramanico (che è stato sequestrato) e colpito la vittima. Cinque le coltellate, al petto, alle scapole, al dorso e alla coscia.

Il primo a soccorrere Marwen, accasciato tra le braccia della moglie disperata, è stato un giovane di passaggio insieme alla fidanzata, la cui madre, medico, al telefono ha spiegato come praticare un massaggio cardiaco. Nel frattempo sono arrivati anche i carabinieri, la scientifica, la polizia, una pattuglia della polizia locale e il personale sanitario a bordo di un’ambulanza e di un’automedica. Per Marwen però non c’è più nulla da fare.

Ha raccontato la compagna Eleonora Turco, tra le lacrime, a L'Eco di Bergamo:

"Era lì seduto a mangiare, poco prima era arrivato un senzatetto e lui gli aveva regalato un paio di calze e dato un boccone di pane e formaggio. Io ero lì con le due figlie quando è arrivato questo ragazzo molto giovane di corsa, che stava rientrando a casa. Ha urtato mia figlia e Marwen gli ha chiesto di stare attento a dove metteva i piedi, che poteva far del male a qualcuno. Il ragazzo gli ha risposto: 'E tu che c... vuoi?'. E lui gli ha detto di andare a casa e lasciar perdere, che era lì con la famiglia. Lui è entrato in casa e poi è sceso con il casco in testa e un coltello e gli ha detto: 'Vieni qui che ti ammazzo'. Una signora ha gettato dalla finestra del condominio un sacchetto della spazzatura per cercare di prendere il ragazzo".

La figlia dodicenne ha aggiunto altri particolari: "Mio papà quando lo ha visto col coltello gli ha detto: 'Ma cosa fai?'. E il ragazzo gli ha risposto: 'Vieni qui che ti ammazzo'. Mio papà aveva in mano una bottiglia di birra, quando è stato colpito ha barcollato per un po', ha fatto qualche metro ed è finito vicino ai gradini del palazzo, poi è caduto a terra e si è rotta la bottiglia".

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Marwen Tayari con la giustizia aveva dei precedenti per spaccio. Disoccupato, aveva vissuto per dodici anni a Ponte San Pietro con la compagna, e da un anno si era trasferito a Terno d'Isola. Gli amici lo descrivono come un ragazzo tranquillo sempre in giro con la famiglia. Frequentava il bar Escondido, vicino al luogo della tragedia. Era in Italia da molti anni, arrivato con un barcone dalla città tunisina di Ariana. Qui aveva conosciuto Eleonora Turco, dalla quale aveva avuto le sue due figlie. In Tunisia vivono la mamma Saida, un fratello maggiore, Haythim, e la sorella minore Khawala. Il padre Salah era morto cinque anni fa.

Domenica via Novelli è rimasta chiusa al traffico per diverse ore, per evitare che i curiosi potessero interferire con i rilievi utili alle indagini. Alle 19 la salma è stata portata in ospedale a Bergamo, dove verrà eseguita l’autopsia.

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