Storie sotto l'ombrellone

Cristina e Filomena, amore fa rima con famiglia

Le cislaghesi, entrambe impegnate in ambito sanitario, raccontano la loro esperienza durante la pandemia in ospedale, dove non si sono mai sentite discriminate.

Cristina e Filomena, amore fa rima con famiglia
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Cristina Valli e Filomena Ferraiuolo rappresentano a pieno la forza delle donne, che lottano per realizzare i propri sogni e obiettivi, rimanendo fedeli ai loro principi. Lo hanno dimostrato tre anni fa quando, dopo non avere mai nascosto il loro amore, hanno deciso di unirsi civilmente per coronare la loro idea di famiglia, dove a contare non è il genere ma semplicemente l’amore. Ma continuano ancora oggi a dimostrarlo ogni giorno, anche in questo difficile periodo di pandemia, che entrambe, lavorando nel settore sanitario, hanno vissuto in prima linea, sempre in trincea, non trascurando mai i loro impegni familiari.

"Siamo fortunate perché non abbiamo subito discriminazioni"

«Ci riteniamo molto fortunate perché nel nostro settore lavorativo, io sono chirurgo e mia moglie è infermiera, non ci siamo mai sentite discriminate. Non abbiamo mai avuto problemi, ma purtroppo ci rendiamo conto di essere un’eccezione nel mondo del lavoro italiano, dove troppo spesso le donne non hanno lo stesso stipendio degli uomini, a parità di competenza, e non riescono a fare carriera», commenta Cristina Valli, sottolineando: «La parità di genere è ancora lontana, come il significativo libro di Michela Murgia, “Stai zitta”, dimostra a pieno. Molte sono infatti purtroppo le frasi che le donne sentono dirsi in ogni ambito e che dimostrano le difficoltà nell’ottenimento di pari diritti». Dobbiamo quindi ancora lottare per vederci riconosciuti i diritti: «L’8 marzo è solo una giornata simbolica, ma questa battaglia deve essere portata avanti ogni giorno e noi tutte dobbiamo essere unite nel comprendere che i nostri sogni devono essere realizzati, così come quelli degli uomini. Quando finalmente si sarà ottenuta la parità dei diritti non ci sarà neanche più bisogno di celebrare la “Giornata internazionale della donna”». E ancora: «Quello che pensiamo è rappresentato a pieno dalla frase di Carla Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi scomparsa lo scorso anno: “Gridiamo forte alle donne e agli uomini di fare attenzione perché se dovessimo tornare indietro noi con i nostri diritti fondamentali tornerebbe indietro tutta la democrazia italiana, perché nel Novecento il cammino delle donne è stato il cammino della democrazia”. Dare più diritti alle donne non vuol dire fare un torto agli uomini, anzi anche loro ne gioverebbero».

L'impegno per sensibilizzare sui diritti Lgbtq+

Lo stesso vale anche per la battaglia a sostegno dei diritti Lgbtq+: «Quando finalmente li avremo, non ci sarà bisogno del “gay pride” annuale. Anche in questo caso siamo fortunati perché circondati da belle persone, ma comprendiamo che vedere due donne sposate e con una famiglia sulle spalle può dare fastidio a qualcuno. Per fortuna però sono molte più le persone che ci comprendono e che anzi invidiano il nostro amore». Cristina e Filomena sono due combattenti, abituate a lottare da sempre e per questo durante la pandemia non si sono mai arrese, come rivelato da Filomena: «L’emergenza Covid ha messo sullo stesso piano uomini e donne, uniti a fronteggiare il virus all’interno degli ospedali. Tutto questo nonostante nel frattempo dovessimo portare avanti i nostri problemi. Durante la prima ondata, per esempio, lavoravo anche per dieci ore in Rianimazione, non togliendo mai la pesante tuta protettiva, notte compresa, e poi dovevo tornare a casa a curate mia madre Rosa, che purtroppo è venuta a mancare poco dopo. Dovevamo anche pensare ai nostri figli, per quanto siano stati bravissimi ad aiutarci in quel periodo difficile. Come sempre le donne che lavorano fanno il doppio della fatica, ma abbiamo una marcia in più e riusciamo bene in tutto».

(La Settimana, 12 marzo 2021)

Davide Bellombra

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