Truffa d'amore, il nostro giornalista racconta il suo romanzo
Le vicende coinvolgono una donna che vuole credere ancora nell’amore, anche se, come si scoprirà, è nato online.
Vi è mai capitato di essere immersi nella lettura di un libro e di avere il desiderio di parlarne con l’autore? Soprattutto quando gli intrighi e i colpi di scena cambiano continuamente le carte in tavola? Noi lo abbiamo fatto grazie al nostro collega Davide Bellombra e all’uscita del suo thriller, esordio letterario. Si intitola «Truffa d’amore» ed è edito da «SensoInverso Edizioni», nella collana «AcquaFragile».
Truffa d'amore, il nostro giornalista racconta il suo romanzo
Le vicende coinvolgono una donna che vuole credere ancora nell’amore, anche se, come si scoprirà, è nato online. Ma non vogliamo svelare altro.
Com’è nata l’idea di scrivere un libro?
Ho avuto occasione di presentare libri di diversi scrittori della nostra zona, così mi sono detto “perché non provarci?”. Mi è venuta voglia di scrivere, una passione chi mi ha sempre accompagnato.
Fin da bambino?
Sì, scrivevo dei racconti che poi regalavo ai miei parenti. A scuola mi piaceva scrivere i temi e, lo ammetto, prendevo sempre dei bei voti.
Come mai la scelta di questo tema, una truffa amorosa?
Perché è un fenomeno purtroppo diffuso e spesso sottovalutato.
Com’è stato, invece, poter scrivere senza dover rispettare le misure, come per gli articoli?
Mi sono goduto questa possibilità. Non c’era nessuno che mi dicesse che ero stato troppo prolisso o che avrei dovuto tagliare qualche riga o togliere qualche aggettivo (ride, ndr) Chi ha già letto il libro mi ha però fatto notare che lo stile giornalistico emerge; un po’ nel ritmo incalzante e un po’ nelle descrizioni dei luoghi.
Luoghi vicini a casa, come mai questa scelta?
Prima di tutto credo che i luoghi abbiano la stessa importanza dei personaggi. Li ho scelti vicini perché il lettore si possa catapultare all’interno. Li possa girare, proprio come i personaggi. Milano e Tornavento e pure una citazione per Saronno. Milano è una città che ho imparato a conoscere e ad amare negli anni dell’università e che ho continuato a frequentare prima della pandemia. Una città che è cresciuta dopo Expo; con i quartieri nuovi e le periferie, con le sue contraddizioni, come tante grandi città. Tornavento è un luogo incantevole, è la mia meta preferita per una passeggiata non lontano da casa.
Veniamo ai personaggi, come sono nati?
Ai fini della storia ho scelto dei giornalisti che si occupano di gossip e che cercano lo scoop a tutti i costi. Più in generale non ci sono buoni o cattivi, ma sono tutti più complessi, con le loro contraddizioni. Credo per questo siano più realistici. Ho scelto anche di limitare al minimo le descrizioni fisiche perché fosse il lettore a usare l’immaginazione. Io li ho “visti” agire così, proprio come nelle scene di un film.
Qual è il tuo rapporto con i social?
Non sono tipo da amicizie con utenti conosciuti solo tramite i social, preferisco incontrare le persone... di persona. In ogni caso credo che abbiano molti aspetti positivi; permettono ad esempio di rimanere in contatto anche a distanza, lo abbiamo imparato con la pandemia, oppure proprio con chi è distante perché vive altrove. Poi li uso per lavoro, mentre nel privato condivido solo i momenti più particolari della mia vita, come quando sono in vacanza in bei posti che mi piace far conoscere agli altri.
E poi un finale che non è un finale…
Volevo che il lettore potesse dare una libera interpretazione. Mi piacciono i finali aperti. Proprio a proposito di finali aperti... i primi lettori, proprio attraverso i social, non si sono limitati ai complimenti, ma attendono il seguito...
E’ stato un po’ un banco di prova. Confesso di essere lusingato per i commenti positivi e anche grato per i consigli e i pareri costruttivi.
Ci sarà un seguito?
Forse.
(La Settimana, 5 febbraio 2021)
Daniela Busnelli