Riforma Sanità, Astuti (Pd): "Non affrontati i nodi veri, il Covid non gli ha insegnato nulla
Tra i punti critici i rapporti con la sanità privata che seguono quelli inaugurati con Formigoni, una mancata riorganizzazione delle Ats a cui vengono tolte le cure primarie e la sensazione di una riforma che si limita a puntare ai fondi del PNRR cambiando il meno possibile
"Una non riforma. Il Covid non gli ha insegnato nulla". Durissimo il giudizio del consigliere regionale Pd Samuele Astuti alla luce del testo approvato dalla Giunta Fontana la scorsa settimana.
Riforma Sanità, Astuti: "Nessun cambio di rotta"
"Non sono stati affrontati i nodi veri e i problemi della sanità lombarda rimarranno identici: è proprio vero che il Covid non gli ha insegnato nulla". Bocciatura piena per il testo della riforma della Sanità lombarda da parte del consiglere dem Astuti. Una riforma, lamenta, che si limita ad apportare cambiamenti obbligatori o direttamente finanziati dallo Stato tramite i fondi del PNRRPartiamo dalle risorse, che sono esclusivamente nazionali, vincolate alla realizzazione del PNRR, senza quindi puntare a una svolta decisa in un sistema che in questi due anno e mezzo ha mostrato tutte le sue fragilità, e in maniera decisamente tragica.
"Un esempio è il ruolo dei privati - spiega Astuti - a cui in Lombardia dai tempi di Formigoni è permesso fare ciò che meglio credono, senza una vera programmazione da parte della Regione, che si limita a pagare. Contavamo su una correzione di rotta, che era stata pure annunciata, ma evidentemente in giunta è passata la linea Moratti: nessun obbligo per i privati di erogare anche le prestazioni meno remunerative, in compenso potranno aprire le case di comunità, per le quali ci sono ingenti stanziamenti statali. Nella riforma Maroni, almeno, eravamo riusciti a introdurre l’Agenzia dei controlli sulla sanità, che era un organismo pensato come terzo e indipendente: non solo non viene potenziata, ma addirittura si prova a minarne l'indipendenza".
Meno compiti alle Ats ma "stesse poltrone"
Altro punto critico, l'efficientamento del sistema sanitario. Alle Ats ad esempio viene tolta la gestione e l'organizzazione delle cure primarie (i medici di base) che ne erano, ricorda Astuti, "un elemento fondamentale". Un'onere in meno che non comporta però una riorganizzazione degli organici e delle strutture dirigenziali.
"Meno compiti ma non meno poltrone, per dirla in modo estremamente chiaro, e questa è una vittoria della Lega - Attacca il dem - che è specializzata nel controllo del territorio attraverso i ruoli pubblici assegnati discrezionalmente dalla politica".
Restano i problemi della riforma Maroni
"Peraltro, alla fine, Moratti e Fontana non sono riusciti nemmeno a risolvere la confusione di competenze tra ATS e ASST, che era un problema notevole della riforma Maroni, e addirittura la aumentano sulla prevenzione - conclude - Detto ciò, rimangono ancora da fare le scelte che toccano la carne viva, come l’istituzione delle nuove aziende ospedaliere, che verranno rimandate a dopo le elezioni del 2023, perché su questo il centrodestra rischia di davvero di spaccarsi".