Mensa dei Poveri, rinvio a giudizio per Lara Comi. Il legale: "Accuse insussistenti"
A giudizio anche il sindaco di Gallarate e l'ex patron di Tigros Paolo Orrigoni
C'è anche l'ex europarlamentare saronnese di Forza Italia Lara Comi nell'elenco dei 62 rinviati a giudizio questa mattina, giovedì 15 luglio, per la maxi-inchiesta Mensa dei Poveri.
Mensa dei Poveri, Comi a giudizio a novembre
Il processo si aprirà a novembre e vedrà Comi alla sbarra insieme, tra gli altri, al sindaco di Gallarate Andrea Cassani, all'ex vicecoordinatore lombardo di Forza Italia Petro Tatarella, all'ex patron di Tigros Paolo Orrigoni e al consigliere regionale Fabio Altitonante. L'accusa è di esser stati parte del giro di tangenti, mazzette, appalti pilotati e nomine "guidate" che avrebbe avuto al suo centro Nino Caianiello, vertice del partito di Silvio Berlusconi in provincia di Varese.
Nei giorni scorsi, Comi aveva visto archiviate le accuse di finanziamento illecito da parte di Pietro Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, per una fattura legata a una consulenza chiesta dalla società di lui a quella di cui è socia lei, rilevando che quei soldi non vennero mai utilizzati da Comi per la sua attività politica. Rimanevano in piedi, invece, le accuse per truffa all'Europarlamento.
Il legale: "Accuse insussistenti"
Rinvio a giudizio, come si sa, non equivale a condanna. E il legale di Comi, Giampiero Biancolella, tiene a ribadirlo e a dirsi pronto alla difesa:
"Il rinvio a giudizio di Lara Comi disposto dal giudice dell’udienza è la logica conseguenza della limitazione dei poteri di valutazione delle prove a carico e a discarico dell’imputato, frutto dell’elaborazione della giurisprudenza della suprema corte della norma scritta dal legislatore. L’udienza preliminare non può quindi essere considerata un primo grado di giudizio.
Sussistono validissimi elementi in fatto e documentali che comprovano l’insussistenza delle accuse contestate alla dottoressa Comi, ma tali elementi devono poter essere presi in considerazione da un giudicante nel pieno possesso di dette funzioni che il giudice dell’ udienza preliminare non può svolgere.
La difesa della dottoressa Comi e la stessa Lara Comi confidano che le profferte di innocenza sempre ribadite con forza ed a gran voce troveranno accoglimento nella sentenza che emetterà il tribunale di Milano così come è già stata riconosciuta infondata l’accusa originariamente mossa di aver percepito illeciti finanziamenti allorquando era candidata alle elezioni europee”
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