Tradate e le Ceppine si preparano all'ultimo saluto a don Enrico Rabolini
Una grande e dolorosa perdita per la comunità: domani la camera ardente alle Ceppine. Fissata la data dei funerali, presieduti da Monsignor Luigi Stucchi
Don Enrico Rabolini è mancato domenica pomeriggio a Brebbia dove era ricoverato per la riabilitazione post Covid. Aveva 86 anni. La notizia, arrivata in serata, ha gettato nel lutto l’intera comunità tradatese, in particolare il rione Ceppine, legato al suo storico parroco, e l’ospedale di Tradate dove da 2006 si era dedicato al ministero della consolazione.
Tradate sconvolta per la scomparsa di don Enrico Rabolini
Don Enrico aveva contratto il Covid, ma dopo settimane di ricovero ospedaliero sembrava aver superato la fase critica ed era stato ricoverato a Brebbia per la riabilitazione. Il suo fisico però già provato e fragile non ha retto e oggi il suo cuore ha cessato di battere per sempre. La notizia si è subito diffusa in città e ha gettato nello sconforto l’intera comunità e l’ospedale Galmarini.
Difficile tracciare in poche righe la figura di Don Enrico, come parroco, guida, amico e per molti padre e ricordare quanto ha dato e fatto per la sua città e in particolare per il rione Ceppine.
Fondatore e punto di riferimento per 32 anni della comunità S.Anna
Sbarcato a Tradate nel '71 come coadiutore dopo tre anni fondò il 20 gennaio del '74 la parrocchia Sant'Anna che per 32 anni ha guidato. Tante le opere da lui compiute. Dalle varie migliorie eseguite nella sua chiesa, alla costruzione della casa parrocchiale, dell'oratorio, l'acquisto del terreno per ampliare lo spazio dedicato ai giovani e per finire il campanile che svetta alto nel cielo. Le Ceppine infatti sono incredule per questa inaspettata dipartita. Don Enrico non è stato solo un pastore di quel quartiere cresciuto e ampliatosi anno dopo anno, è stato una guida spirituale, la voce amica e consolante nei momenti di difficoltà e di dolore, l’amico a cui affidarsi, un padre saggio e buono. Doloroso era stato il distacco nel 2006 dalla sua comunità ceppinese per iniziare un nuovo ministero, quello accanto ai malati e ai fragili, come cappellano dell’ospedale Galmarini. In quell’anno come gesto di riconoscenza venne nominato “tradatese dell’anno”.
Amato cappellano del Galmarini dal 2006
Don Enrico considerava l’ospedale “una casa preziosa agli occhi di Gesù” e ha dedicato tempo ed energie esercitando con passione il ministero della consolazione. Tanti i segni concreti del suo servizio: ha contribuito alla nascita della chiesetta della Visitazione della Madonna, alla sua consacrazione che ogni anno ricordava con una cerimonia ( l’ultima prima del Covid con il concerto del coro Estro armonico). Il legame con quel tempio sacro era forte e anche dal centro di riabilitazione stava organizzando la messa a fine maggio, a conclusione del mese mariano. Come dimenticare poi la sua passione per l’arte e per la musica che ha saputo trasmettere anche ai suoi fedeli.
L’ultimo gesto di riconoscenza della comunità alcuni anni fa con una festa in occasione del 60esimo di sacerdozio promossa anche dagli operatori ospedalieri per dirgli semplicemente: "Grazie don Enrico".
L'addio
Domani, martedì 25 maggio, sarà aperta la camera ardente nella cappellina feriale delle Ceppine. Fissati mercoledì alle 10.30 i funerali nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano, che saranno presieduti da Monsignor Luigi Stucchi.