Coldiretti Varese: positivo il ritorno dei voucher

"Anche sul territorio prealpino si creano nuove opportunità di lavoro occasionale".

Coldiretti Varese: positivo il ritorno dei voucher
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Coldiretti Varese: positivo il ritorno dei voucher, anche sul territorio prealpino si creano nuove opportunità di lavoro occasionale.

Coldiretti Varese:positivo il ritorno dei voucher

“Anche sul territorio prealpino è positivo e importante il ritorno dei voucher lavoro: era ed è importante assicurare al settore uno strumento che semplifichi, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva e disponibilità all’impiego e dall’altra sia capace di garantire forme di tutela dei lavoratori ed integrazione del reddito alle categorie più deboli in un momento in cui se ne sente particolare bisogno”.

Lo afferma il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori nel commentare il ritorno dei cosiddetti “voucher” lavoro dopo la loro abrogazione nel 2017.

Introdotti per la prima volta nel 2008

Una riadozione che si verifica a quasi dieci anni della loro prima introduzione in Italia avvenuta nell’agosto 2008 con un decreto ministeriale che per la prima volta autorizzava la raccolta dell’uva attraverso voucher con l’obiettivo di ridurre burocrazia, portare alla luce il lavoro dei pensionati tutelandone i diritti e certamente riconoscendo la specificità del lavoro agricolo.

Utilizzati soprattutto in agricoltura

La notizia più attesa era, dunque, quella dell’approvazione del relativo emendamento ricompreso nel DL Dignità, che riapre le porte al loro utilizzo proprio a partire dall’imminente vendemmia che resta l’attività agricola dove sono più utilizzati.

Con il loro ritorno in agricoltura – precisa Coldiretti Varese – si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori, anche perché nelle campagne i beneficiari erano e restano soltanto disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali.

Cosa è successo lo scorso anno

La riforma dello scorso anno è stata un vero flop in agricoltura dove ha fatto crollare del 98% in valore l’uso dei buoni lavoro per effetto di in primis di un eccesso di inutile burocrazia. Nel corso degli anni successivi all’introduzione nel 2008 è stata allargata la possibilità di utilizzo alle altre attività non agricole ed a qualsiasi tipologia di prestatore ma il settore è rimasto fedele all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni (solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati) a differenza degli altri comparti produttivi.

Quanti ne sono stati venduti

Non è un caso che il numero di voucher impiegati in agricoltura sia praticamente rimasto stabile dal 2011 in avanti su base nazionale, senza gli abusi che si sono verificati in altri comparti.
In agricoltura sono stati venduti negli ultimi cinque anni prima dell’”abrogazione” poco più di 2 milioni di voucher all’anno, pari all’incirca a 350mila giornate/anno di lavoro.
Il valore complessivo delle integrazioni di reddito cui hanno potuto beneficiare pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati ammonta in Italia a circa 22 milioni di Euro all’anno. Secondo un sondaggio Coldiretti/Ixè il 68% dei giovani italiani sarebbe disponibile a partecipare alla vendemmia o alla raccolta della frutta.

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