La vita trionfa sul Covid, la dottoressa ora è mamma
Il medico di base Donata Bianchi in prima linea nella lotta al virus: «Filippo è la dimostrazione che il miracolo della vita è più forte di tutto, pandemia inclusa»
In prima linea contro il Covid (che ha anche contratto in gravidanza) ora è mamma per la seconda volta. La dottoressa Donata Bianchi felice tiene tra le braccia il suo Filippo: "E' il miracolo della vita" e ringrazia il personale dell'Ostetrica e Ginecologia del Galmarini.
La vita trionfa sul Covid, la dottoressa Bianchi è mamma... per la seconda volta
La vita prosegue, si rinnova ed ogni nuova nascita continua ad essere una fonte di speranza anche in questo periodo così turbolento.
Il piccolo Filippo Cossovich è venuto al mondo poco dopo la mezzanotte del 25 aprile. Ad attenderlo con gioia infinita la mamma, la dottoressa Donata Bianchi, papà Gabriele ed il piccolo Mattia, che in questi ultimi nove mesi si è allenato con il suo amico di peluche per diventare un bravo fratello maggiore. Una gioia condivisa anche dai tanti pazienti della mamma che, mese dopo mese, hanno visto crescere il pancione della dottoressa, ultima arrivata nella squadra della medicina di gruppo di via Isonzo.
"Il miracolo della vita è più forte della pandemia"
«Filippo è la dimostrazione che il miracolo della Vita è più forte di tutto, pandemia inclusa», racconta la dottoressa Bianchi che in questi mesi, così come tutti gli altri camici bianchi, si è trovata a combattere in prima linea contro il Covid, continuando a curare i suoi pazienti fino al termine dell’ottavo mese di gravidanza.
«Posso dire di aver avuto una gravidanza meravigliosa: i nove mesi sono letteralmente volati, nonostante le nausee mattutine, l’infinita stanchezza serale e l'infezione da Covid-19 in itinere contratta al 5° mese (per fortuna in forma pauci-sintomatica senza conseguenze né per mamma né per bimbo). Devo ringraziare i miei colleghi della medicina di gruppo che hanno accolto con gioia la mia dolce novità, alla dottoressa Maddalena che si sta scrupolosamente prendendo cura dei miei pazienti, ed ovviamente i miei pazienti che dopo alla visione della mia pancia, che ad un certo punto era impossibile nascondere, si sono sciolti in un tenero sorriso pieno di umanità».
Nei suoi ringraziamenti, la dottoressa Bianchi si unisce al coro di donne che, ancor più in questi ultimi mesi caratterizzati dalla paura del coronavirus, lodano la professionalità e la grande umanità delle ostetriche, dei medici e degli infermieri della Maternità del Galmarini, aggiungendo la sua testimonianza a quella delle tante neo-mamme intervistate sulle pagine del nostro giornale.
Il grazie al personale dell'eccellente reparto di ginecologia del Galmarini
«Il ringraziamento più grande va a tutto il personale del reparto di Ostetricia e Ginecologia ed al Nido dell'ospedale di Tradate, una vera eccellenza del nostro territorio che mi ha seguita passo passo in questo percorso. Al 7° mese abbiamo trovato Filippo inaspettatamente podalico e tramite il rivolgimento per manovra esterna (una mezza capriola fatta compiere dolcemente al feto da mani esperte per riportarlo nella posizione corretta senza alcunché di invasivo), lo abbiamo invitato a riposizionarsi cefalico evitando così il taglio cesareo gravato da una ospedalizzazione e da una ripresa più lunghe. I giorni di ricovero poi sono stati proprio una coccola, dal giro medico e infermieristico quotidiano per monitorare il benessere di mamma e bimbo, al letto sempre puntualmente rifatto, alla camera super pulita e il pranzo puntualmente servito».
Piccoli gesti, cure ed attenzioni che, nella loro semplicità, aiutano le mamme a vivere in serenità un momento così speciale e delicato in questo periodo in cui le visite di famigliari e amici non sono concesse, ad esclusione di quella dei papà.
«Nonostante le restrizioni dettate dal Covid, sono stati tre giorni intimi in "famiglia" grazie al protocollo attuato dal reparto che prevede la possibilità di presenza del papà (ovviamente dopo esecuzione di un tampone nasale) sia in sala parto, sia in reparto, anche se solo per un’oretta al giorno.
Gli operatori si sono presi cura di noi a 360 gradi. Questa professionalità e umanità mi hanno riempito il cuore di gratitudine e mi fanno tornare a casa piena di speranza per il futuro che attende i miei bambini».