Terremoto in Polizia a Tradate: ex agente indagato, carabinieri in comando
Le indagini sarebbero partite dal diploma falsificato presentato 15 anni fa al momento del concorso. Ma starebbero svelando fatti "gravissimi e incresciosi"
(Immagine di repertorio)
Perquisizioni ieri mattina, lunedì 19 aprile, nell'ufficio di Polizia locale a Tradate, agenti interrogati e atti acquisiti: cosa sta succedendo a Tradate?
Terremoto in Polizia a Tradate
Tre indagati, un ex agente della Polizia locale di Tradate e due tradatesi e un lungo elenco di accuse. Carabinieri e magistratura stringono il cerchio delle indagini che da ormai diversi mesi vedono sotto la lente d'ingrandimento oltre un decennio di servizio di uno degli ex agenti tradatesi, che aveva già lasciato l'incarico a inizio anno.
Ieri all'alba i carabinieri della Tenenza di Tradate si sono presentati in comando, in Ragioneria e in tre abitazioni private, acquisendo documenti e incartamenti necessari a passare in rassegna l'operato dell'ex agente mentre nel pomeriggio diversi ex colleghi sono stati sentiti in comando.
Cosa sta succedendo?
Le dimissioni, improvvise, non erano passate inosservate. Finora però dagli uffici comunali era, come naturale ad indagini in corso, trapelato ben poco. Dopo ieri mattina, quando le indagini sono (letteralmente) arrivate in piazza, il quadro sembra più chiaro. Tutto sarebbe iniziato nei primi mesi dell'anno, quando alcune circostanze ad ora non note sollevarono alcuni dubbi sul diploma di uno degli agenti "storici" del comando. Certificato necessario alla partecipazione del concorso per l'ingresso nel Corpo ma che in realtà non avrebbe mai conseguito. E per la cui falsificazione pare sarebbe stato da allora ricattato da uno degli altri due indagati.
Questa sarebbe, a quanto si apprende, l'ossatura principale dell'indagine che coinvolgerebbe anche i due tradatesi e intorno alla quale però starebbe emergendo una grossa quantità di "polpa". Per nulla buona e cresciuta negli anni dietro l'immagine di un'agente integerrimo che le indagini stanno pezzo dopo pezzo sgretolando. Gli atti relativi all'ordine di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Varese per ora, ovviamente, sono in mano solamente al sindaco Giuseppe Bascialla e al comandante di Polizia locale Claudio Zuanon e nulla trapela se non l'imponenza dell'elenco di accuse, anche molto gravi e antitetiche a ciò che la divisa dovrebbe rappresentare.
"Piena fiducia nella magistratura"
In Comune sguardi bassi e bocche cucite. Ma piena fiducia nelle indagini e nel lavoro della magistratura dal sindaco:
"Ringrazio la magistratura e i carabinieri per il loro impegno e ho massima fiducia nel loro lavoro che sono certo riuscirà presto a fare completa luce sul caso. L'impianto accusatorio sottolinea comportamenti e azioni assolutamente gravi e incresciose, che devono essere chiarite quanto prima: l'onorabilità della nostra Polizia locale, dell'istituzione comunale e dell'amministrazione nel senso più ampio del termine non devono essere macchiate dall'operato di una singola mela marcia che ha indossato la divisa in maniera non decorosa".