Misure

Le Regioni non potranno più chiudere le scuole: prende forma il nuovo decreto

Verso la conferma dello stop alle zone gialle e alla riapertura delle scuole fino alla prima media dopo Pasqua in zona rossa. Ipotesi riapertura di ristoranti a pranzo, cinema e teatri: Lega e Forza Italia premono per allentare le restrizioni

Le Regioni non potranno più chiudere le scuole: prende forma il nuovo decreto
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Per il momento non è ipotizzabile prevedere riaperture o un ritorno alla fascia gialla. Il “tesoretto” guadagnato fino ad oggi nei confronti dell’epidemia servirà per riaprire le scuole, almeno fino alla prima media. Sarà la linea del rigore quella su cui verrà costruito il prossimo decreto anti-Covid, discusso oggi in Consiglio dei Ministri, che resterà in vigore dal 7 al 30 aprile.

Nuovo decreto fino al 30 aprile

Tutte le regioni saranno classificate in fascia rossa o arancione, come già deciso nel provvedimento attualmente in vigore. Tuttavia, se i dati epidemiologici mostrassero un miglioramento, si potrà pensare a un allentamento delle restrizioni in vigore. Il tema che agita il Governo, da sempre sostenuto da Lega e Forza Italia, è infatti quello legato alle riaperture di ristoranti e bar, ma anche di teatri, cinema e sale da concerto. Il nuovo decreto non dovrebbe contenere criteri automatici per la riapertura, ma un generico impegno ad alleggerire le misure qualora i contagi dovessero diminuire.

Capitolo scuola

Come annunciato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa, la priorità del Governo è la riapertura delle scuole. Dopo Pasqua torneranno in aula tutti gli alunni fino alla prima media, anche nelle zone rosse.

Per questa ragione il nuovo decreto, secondo indiscrezioni, dovrebbe contenere anche una norma ad hoc che vieti ai presidenti di Regione di chiudere nuovamente le scuole, almeno fino alla prima media.

Solo regioni rosse e arancioni

Resteranno in vigore le attuali limitazioni, anche in merito agli spostamenti (coprifuoco compreso). Fino al 30 aprile tutte le regioni saranno in zona arancione o rossa. Resta valido anche il criterio per classificare in zona rossa quei territori in cui l’incidenza settimanale dei contagi è superiore ai 250 casi ogni 100 mila abitanti.

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