Aria, l'ultimatum di Fontana alla "sua" società: "Troppi disservizi, dimissioni subito"
Il Presidente: "Disservizi inaccettabili che minano l'immagine dei risultati ottenuti". E l'allarme: "Entro fine mese finiremo le dosi in magazzino"
Un breve intervento senza spazio alle domande quello del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che ha chiesto al cda di Aria, la società partecipata al 100% dalla Regione al centro delle polemiche da settimane per il caos sulle prenotazioni dei vaccini, di dimettersi in blocco. Altrimenti, interverrà la Giunta.
Aria, ultimatum di Fontana: cambio ai vertici e richieste di dimissioni
Un terremoto tutto in casa quello di Aria, causato dal caos delle vaccinazioni (l'ultimo di una lunga serie) che vede i vertici della Regione contro la società della Regione nata alcuni anni fa per volontà degli stessi vertici della Regione.
Intorno a mezzogiorno, la notizia dell'incarico di Amministratore Unico della società a Lorenzo Gubian, già Direttore Generale dallo scorso agosto della centrale acquisti regionale.
Verso le 13.30, l'intervento di Fontana con l'ultimatum alla società:
"I disservizi informatici che si sono registrati durante la campagna vaccinale, recentemente a Como, a Cremona e in Brianza, hanno creato disagi a molti nostri cittadini e hanno inficiato il lavoro di tutti gli operatori sanitari e non. Questo è il motivo per il quale ho chiesto ai membri del cda di Aria di fare un passo indietro, in caso contrario disporrò l'azzeramento dello stesso affidando a Gubian la guida della società. Situazioni di criticità come quelle verificatesi nel fine settimana offrono un'immagine distorta dei risultati che finora abbiamo raggiunto".
Risultati che, ha spiegato Fontana, si racchiudono in 1.231.413 vaccinazioni eseguite, di cui 322.568 agli over 80 cui vanno aggiunte oltre 60mila nelle RSA. "Quindi - ha evidenziato - la percentuale degli over80 aderenti che hanno ricevuto il vaccino supera il 50%, in linea con il resto del Paese". Paese dove, ha aggiunto Fontana, "Sabato sono state inoculate 120mila dosi, di cui 30mila solo in Lombardia. Fate voi il contro. Il nostro obiettivo è vaccinare tutti i lombardi, ammesso che arrivino le dosi necessarie: a fine mese le nostre scorte saranno esaurite".
Si tratta solo dell'ultimo capitolo di una vicenda che ha del paradossale, con un braccio di ferro continuo fra la Regione e la sua società dopo un anno in cui i risultati, nonostante le continue difese da parte della maggioranza, non sono certo stati entusiasmanti come dimostrano i numerosi e sempre più costosi bandi per i vaccini anti influenzali che a differenza di altre regioni non si era riusciti ad acquistare in numero sufficiente per tempo.