Covid, Ats Insubria preoccupata per Como: “Incidenza con oltre 300 casi ogni 100mila abitanti, rischio terza ondata”
La situazione peggiore nell'Erbese che sfiora un'incidenza di 400 casi ogni 100mila abitanti. Varese e Saronno invece poco sotto i 200
Sempre più critica la situazione in provincia di Como, tanto che dall’arancio rinforzato il passo alla zona rossa potrebbe essere dietro l’angolo. “Purtroppo i casi sono in aumento – commenta il direttore sanitario di Ats Insubria Giuseppe Catanoso – la settimana scorsa Como era già oltre il valore di incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti, stabilito come limite per la zona arancione rinforzata, mentre Varese era ancora al di sotto. Ma questa settimana Como è andata ben oltre i 300 e Varese si sta spostando verso i 250”.
Covid, Ats Insubria preoccupata per Como
I numeri parlano chiaro: nella settimana dal 26 febbraio al 4 marzo sono stati registrati a Como 1787 nuovi positivi (la settimana precedente erano 1510 con un tasso di positività dei tamponi che balza al 16,7%. “Dall’andamento del contagio è molto evidente una tendenza marcata alla ripresa – prosegue Catanoso – c’è stato un aumento dell’indice Rt che ora è in lieve flessione, ci auguriamo possa andare avanti così grazie all’arancione rinforzato. Osservando il tasso di incidenza per ambito, pare però che siamo di fronte a un tentativo di ripartenza della terza ondata”.
Il direttore sanitario aggiunge: “Guardando l’incidenza per ambito territoriale, le aree più colpite della provincia comasca sono Erba, Cantù, il Medio Lago, Como, Lomazzo. Diversamente da quanto evidenziato per Viggiù, non abbiamo comunque cluster o focolai particolarmente evidenti su determinati paesi o città, i dati sono abbastanza diffusi”.
E conclude: “Non possiamo escludere che in questo incremento di Como ci possa essere la variante inglese, probabilmente andrà a sostituire il ceppo di Wuhan, il Wild type, ormai non ha praticamente senso cercarla perché è presente in tutta la Regione. Dobbiamo evitare che circolino altre varianti”.
I dati delle quarantene nelle scuole non sono rincuoranti ed è probabilmente che gli studenti non torneranno in classe molto presto. Dal 22 al 28 febbraio infatti sono state registrate tra Como e Varese 4711 quarantene, con un tasso più alto nelle scuole primarie. “Confermo che le scuole, a mio parere, sono uno dei luoghi più pericolosi non tanto per la scuola in sé quanto per le aree esterne e i mezzi pubblici dove si aggregano i ragazzi. Stiamo combattendo una guerra e per fortuna nessuno di noi ha vissuto quella vera ma i miei genitori per due o tre anni non sono andati a scuola. Per uscire da questa guerra dobbiamo combattere con tutte le armi a disposizione”.“Stiamo facendo un lavoro coordinato anche con le cure primarie, preparando un nuovo piano scuola che presenteremo a tutti i responsabili Covid delle scuole – spiega Elena Tettamanzi – Lo screening è previsto dalla Regione e dà la possibilità ai ragazzi dai 14 ai 18 anni di fare il tampone in farmacia, prenotandosi al cruscotto apposito di Regione Lombardia. Il cruscotto regionale darà gli appuntamenti e gestirà il servizio, noi continueremo l’azione di contact tracing sui tamponi effettuati nelle farmacie”.