Finanza

Traffico illecito di rifiuti: fermate alla dogane 20 tonnellate di materiali ferrosi

Il carico era entrato poco tempo prima in Svizzera, fermato prima di uscirne con nuovi documenti: oltre 20mila chili di polveri ferrose intercettate

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Traffico illecito di rifiuti, autotrasportatore fermato alla dogana e denunciato.

Traffico illecito di rifiuti tra Italia e Svizzera

Nelle primissime ore del mattino di oggi, lunedì 1 marzo, i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli della Sezione Operativa Territoriale (SOT) di Ponte Chiasso e i militari della Guardia di Finanza del Gruppo di Ponte Chiasso, nell’ambito di un’attività di indagine sui trasporti transfrontalieri di rifiuti, hanno sequestrato un carico di 20.610 kg di particolato di metalli ferrosi e l’autoarticolato che li trasportava, per violazione della normativa sul trasporto dei rifiuti.

Incongruenze nelle carte

In sede di controllo di una dichiarazione di importazione, i funzionari ADM si sono accorti dell’incongruenza tra l’itinerario di viaggio seguito dal trasportatore, l’origine UE della merce dichiarata in fattura e l’indicazione di una società svizzera quale soggetto “generatore di rifiuto” riportata sul documento accompagnatorio della spedizione (il cosiddetto Allegato VII). Gli agenti procedevano pertanto alla visita dell’autoarticolato, riscontrando, altresì, una differenza qualitativa della merce, dichiarata come “ritagli, sfridi o lingotti” ma che si presentava, in realtà, come scarti, sotto forma di polveri di metalli ferrosi.

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I sospetti sull’incongruenza dell’intera operazione di importazione, che seguiva di pochi minuti una operazione in esportazione verso la Svizzera dell’identico carico, venivano confermati dalle dichiarazioni spontanee rese dall’autista, il quale ammetteva di non avere mai eseguito la consegna in Svizzera, avendo ricevuto precise istruzioni dal proprio titolare di riportare la merce tal quale in Italia, scortata da nuovi documenti forniti da un intermediario svizzero, per la consegna definitiva del carico, in realtà generato in Italia, ad un soggetto economico italiano indicato come importatore definitivo.

Gli agenti hanno ravvisato gli estremi di una spedizione illegale di rifiuti. Tale fattispecie, secondo la Corte di Giustizia europea, si concretizza quando il documento di accompagnamento relativo alla spedizione -il citato Allegato VII- contenga informazioni erronee o incoerenti per quanto riguarda importatore/destinatario, impianto di recupero e paesi/Stati interessati. I baschi verdi hanno proceduto, quindi, alla denuncia del trasportatore per il reato di traffico illecito di rifiuti e al sequestro preventivo della merce e dell’autoarticolato.

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