Un venegonese nel team di Luna Rossa all'America's Cup ad Auckland
Paride Bovolenta di Venegono Inferiore coltiva la passione da quando era bambino. "Sono entrano nel team nel 2018 e oggi faccio parte dello shore team e mi occupo delle barche appoggio".
Paride Bovolenta, originario di Venegono Inferiore, ci accompagna in un viaggio entusiasmante al sapor di acqua salata, nella scia del vento.
Bovolenta nel team di Luna Rossa ad Auckland, Nuova Zelanda.
Ad Auckland , Nuova Zelanda è in corso la 36ma edizione dell’America’s Cup presented by Prada, il più antico trofeo sportivo del mondo e la più prestigiosa competizione velica. Questa e’ la sua prima America’s Cup con il team italiano Luna Rossa Prada Pirelli.
Paride Bovolenta, originario di Venegono Inferiore sta vivendo la sua prima America's Cup col team Luna Rossa che sta andando a gonfie vele e oin questi giorni si stanno allenando e preparando per la finale.
La prima volta in barca a vela ad 8 anni
Bovolenta si rivela in un'intervista.
“Sono del ‘79 come Jimmy Spithill, uno dei due timonieri del nostro team. Mia sorella Katia è stata la precorritrice in famiglia e l'anno dopo i miei genitori mi hanno iscritto ad un corso di vela. Avevo 8 anni quando, per la prima volta, misi piede nella stessa scuola vela di mia sorella: la Top Vela di Tiziano Nava, che aveva sede al CVEV di Laveno Mombello sul Lago Maggiore, un luogo magico dove ho passato i momenti più belli della mia infanzia. Poi ho continuato con le derive e i monotipi, finché ho fatto della mia passione un lavoro. Come allenatore ho esercitato in Italia e in Svizzera fino a quando sono entrato nel team.”
Come è approdato a Luna rossa
“Sono entrato nel team dopo il trasferimento di una delle barche appoggio da Porto Santo Stefano a Cagliari tra la fine del 2017, e gli inizi del 2018.Il team stava iniziando la campagna di coppa attuale ed era tutto in costruzione, anche la base e la sua composizione erano in divenire; l’ho visto crescere giorno dopo giorno. Oggi il Gruppo è composto da oltre 120 persone, divise in tanti dipartimenti. Io faccio parte dello shore team e mi occupo delle barche appoggio. L'AC75 è una barca complessa da gestire, sia fuori che dentro l’acqua. Necessita di un’assistenza continua in mare: dall’uscita del porto, al traino, ai cambi vele, alla composizione di un campo boe per l’allenamento, lo spionaggio... e chi più ne ha più ne metta.”
Oltre alla tecnica è importante una fluidità comunicativa: come comunicate a bordo?
“L’equipaggio dell’AC75 ed i mezzi appoggio son collegati tramite un sistema radio. Le comunicazioni sono chiare e brevi. Assistiamo la barca, affiancandola e correndole dietro tutto il giorno. Il golfo di Hauraki è "stretto" a tratti, ed è fondamentale per i mezzi appoggio conoscere la manovra, le dinamiche a bordo. L’imbarcazione è suddivisa in due dalla randa, che crea di fatto due gruppi separati. Per di più, queste barche, in determinate condizioni, superano i 50 nodi: senza radio diventerebbe difficile comunicare. Immaginate di andare in moto privi di casco e provate a parlare con quello sul sellino posteriore.”
Come si svolge la giornata?
“Sveglia con giro in bici, base, check dei mezzi, supporto ai riggers durante lo stepping (armare e mettere in acqua la barca) e traino della stessa nell’area di allenamento-regata. Si fa assistenza alla barca durante l’allenamento, si rientra in porto, si tira fuori la barca, si riprepara tutto per il giorno seguente.”
Avete vinto la PRADA Cup: qual è la chiave del vostro successo?
“Questa domanda dovresti farla a Max (Sirena). E’ lui il deus ex machina del team. Quello che posso dirti è che sono circondato da professionisti di ogni tipo, molti con qualche campagna di coppa America alle spalle e più di uno anche con qualche vittoria. Il pomeriggio prima avevamo perso l’accesso alla finale con gli inglesi, la mattina dopo eravamo già in acqua a testare nuove soluzioni. Nessuno molla un centimetro nel team.”
Bovolenta e il team si preparano alla finale
Come state affrontando questi giorni che precedono la finale della 36^ America’s Cup presented by Prada?
“Con l’allenamento e la ruotine, che è una base fondamentale dello sport. Ancora di più quando nel tuo sport c’è un mezzo in continua evoluzione e complesso come l’AC75. Quello che può sembrare banale e scontato non lo è mai, perché ci sono altri due team che si allenano esattamente come noi per ottenere lo stesso risultato. I dipartimenti non si risparmiano e la ricerca della performance perfetta è estenuante. E’ tutto tirato, a volte stressante, ma tutti non vedono l’ora di andare in acqua l’indomani mattina.”
Possiamo solo immaginare l’emozione di Paride ed i suoi occhi puntati verso il cielo, ad indagare il meteo, a ricercare nuovi sogni.