Milano

Milano, si scaglia contro un poliziotto con un coltello: lui spara e lo uccide

Per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Il Mosap: "Il taser avrebbe permesso di immobilizzarlo da una distanza sufficiente"

Milano, si scaglia contro un poliziotto con un coltello: lui spara e lo uccide
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Aggredisce i poliziotti con un coltello, un agente spara e uccide 45enne.

Aggredisce i poliziotti con un coltello, un agente spara e uccide 45enne

Sparatoria nella notte tra lunedì e martedì a Milano. Un uomo di circa 45 anni è rimasto ucciso sotto i colpi sparati dalla polizia dopo aver subito un’aggressione.

In zona Corvetto poco dopo la mezzanotte

Tutto è avvenuto pochi minuti dopo mezzanotte in via Sulmona, zona Corvetto, dove si sono precipitate tre ambulanze e un’automedica per soccorrere gli agenti feriti e l’uomo colpito. Per il 45enne non c’è stato nulla da fare: è morto ancora prima di essere portato in ospedale. Il personale di primo soccorso ha provato a salvargli la vita ma le ferite erano troppo gravi. Soccorsi anche i poliziotti di 22, 23 e 36 anni che per fortuna non sono in pericolo di vita.

La Squadra Mobile indaga sulla ricostruzione

Dalle primissime ricostruzioni, pare che l’uomo sia uscito da un palazzo, in stato di forte alterazione e brandendo un coltello. Bloccato dai poliziotti, allertati da un vicino, ha poi puntato la lama verso gli agenti, cercando di colpirli. Dopo, uno dei poliziotti ha sparato dei colpi in aria per cercare di allontanare il 45enne, poi colpito a morte da almeno un proiettile. La ricostruzione della vicenda è affidata agli uomini della Squadra Mobile diretti da Marco Calì.

"Col taser nessuna tragedia"

Fabio Conestà, Segretario Generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap), commenta quanto avvenuto a Milano:.

«Lo ripeteremo all’infinito fino a quando, chi di dovere, non prenderà provvedimenti: bisogna dotare di taser il personale operativo su strada. Tragedie come questa e quella dell’altro giorno a Biella possono essere evitate. Il taser avrebbe permesso di immobilizzarlo da una distanza sufficiente, permettendo ai colleghi di difendersi in sicurezza. Purtroppo, siamo sempre più in balia di criminali che attentano alla vita di servitori dello Stato. Gli episodi di violenza nei confronti di uomini e donne in divisa sono in costante aumento e alimentati dal senso di impunità che culla i delinquenti consapevoli che non sconteranno un giorno di carcere per aver aggredito un poliziotto. Al contrario, quando un collega si difende, viene indagato e si apre per lui un lungo percorso giudiziario».

 

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