Scuola

Prolungare l'anno scolastico? Miglino: "Quest'anno non abbiamo perso tempo. Mi auguro siano voci infondate"

La riflessione della docente dello Zappa Miglino sull'ipotesi di continuare le lezioni fino a fine giugno

Prolungare l'anno scolastico? Miglino: "Quest'anno non abbiamo perso tempo. Mi auguro siano voci infondate"
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Da alcune settimane si parla della possibilità, che sarebbe stata ventilata dallo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi, di prolungare il calendario scolastico fino a fine giugno per recuperare i giorni persi. Un'ipotesi che ha subito scatenato proteste e malcontento in studenti e insegnanti. Tra questi ultimi, l'ex assessore saronnese Mariassunta Miglino, docente dello Zappa di Saronno.

Prolungare l'anno scolastico per recuperare il "tempo perso"

Di dichiarazioni di prima mano da parte di Draghi non c'è l'ombra ma solo alcune indiscrezioni emerse durante le consultazioni con le varie forze politiche. Indiscrezioni che però hanno riacceso subito un dibattito che sembrava chiuso dopo il "No" secco alla stessa proposta lanciata a fine 2020 dall'ex Ministro all'Istruzione Lucia Azzolina: prolungare o non prolungare l'anno scolastico?

Per molti studenti, soprattutto delle superiori, lo scorso anno scolastico come quello in corso sono stati pesantemente segnati dall'emergenza Covid che ha costretto alla sola Didattica a Distanza per quasi tutto il 2020. Una Didattica a Distanza che, come più volte ribadito da insegnanti, studenti e studi accreditati non è certo paragonabile a quella "tradizionale" in presenza, e i dati sul rischio di impennata dell'abbandono scolastico raccolti da Save The Children ne sono prova. Le differenze non sarebbero solo in termini di esperienze personali e relazioni fra gli studenti, praticamente interrotti in ambito scolastico ma anche a livello didattico. Per questo, la versa domanda sul prolungamento dell'anno scolastico è "un'ora di Dad equivale a un'ora di didattica in presenza?".

Miglino: "Non ci siamo mai fermati"

Mariassunta Miglino, ex assessore all'Istruzione a Saronno e insegnante alle superiori Zappa, non nasconde la sua perplessità davanti all'ipotesi di rimandare l'ultimo giorno di scuola:

"Molti hanno probabilmente già dimenticato l’impegno organizzativo e didattico messo in atto dalla Scuola fin dai primi difficilissimi giorni di diffusione della pandemia. Soltanto una settimana dopo l’emanazione del primo DPCR del 23 febbraio di un anno fa, le scuole venivano “invitate “ a predisporre modalità idonee a far sì che fosse possibile attuare la DAD. Nonostante le evidenti difficoltà del momento, le scuole di ogni ordine e grado a tal fine si sono adoperate. Quanto e come predisposto è noto a tutti. Anche se con qualche difficoltà, tutte le scuole hanno fatto la loro parte, rappresentando, nel momento più difficile , l’unica possibilità di  una nuova ma pur sempre “vita quotidiana “, tenendo in vita, seppur virtualmente, legami improvvisamente interrotti. A settembre le scuole sono state riaperte con didattica digitale integrata, nonostante nulla o poco fosse stato fatto in termini di potenziamento dei trasporti.  Quando, per l’aumento del numero dei contagi, un lockdown ci ha travolto nel mese di ottobre, gli insegnanti si sono sempre recati sul proprio posto di lavoro con modalità in presenza o in didattica a distanza. Tranne alcune deroghe concesse agli insegnanti “fragili” o provenienti da località distanti dalla propria sede di lavoro con necessità di dover utilizzare mezzi pubblici, per tutti gli altri, anche se in DaD, era d’obbligo recarsi a scuola.

Io e i miei colleghi, insegnanti nelle scuole secondarie di secondo grado, ci siamo recati fisicamente a scuola per tenere le nostre lezioni, nonostante i nostri ragazzi fossero tutti a casa. Questo per diversi mesi. Ogni mattina dalle nostre aule ci siamo collegati on line con i nostri ragazzi a casa.  Ogni mattina ci siamo alternati nei collegamenti tra le varie discipline. Per ottimizzare l’offerta e per far sì che i nostri ragazzi potessero riposare lo sguardo dal monitor, abbiamo proposto lezioni più brevi di dieci minuti... fermo restando l’obbligo del recupero del tempo mancante ai 60 minuti per ora di lezione, cumulandolo e proponendo ulteriori collegamenti on line pomeridiani con la classe o in alternativa preparando materiali didattici puntualmente tracciati.

Ogni giorno abbiamo predisposto e studiato metodi opportuni per offrire al meglio le nostre competenze e per “verificare” nei modi più consoni la preparazione dei nostri ragazzi ai fini della chiusura del quadrimestre. Ogni mattina abbiamo sostenuto psicologicamente chi non riusciva più a seguire e chi, demoralizzato, non voleva più seguire.  Abbiamo parlato con le famiglie, abbiamo realizzato recuperi, tenuto regolarmente consigli di classe e collegi docenti su piattaforma digitale".

"Mortificante pensare che quanto fatto non conti nulla"

Insomma, la scuola non è rimasta con le mani in mano.

"E' davvero mortificante pensare che tutto ciò che abbiamo predisposto , tutto il lavoro svolto, non conti nulla, non venga considerato un tempo scuola ma un 'tempo perso'. Nonostante l’impegno e la fatica degli insegnanti e degli stessi studenti - continua Miglino - Tutti noi abbiamo lavorato e non ci siamo mai risparmiati svolgendo tutte le ore previste di lezione. La DaD e la DiD sono costate sacrifici ed é impensabile ora, che il nostro sia un lavoro così poco considerato, non solo da quanti parlano di scuola non conoscendone meccanismi e regole, ma soprattutto da chi dovrebbe esserne edotto. In conclusione, mi auguro davvero che queste siano solo voci infondate, tenendo conto anche del fatto che un prolungamento dell’anno scolastico altererebbe i tempi dedicati agli esami di Maturità".

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