Costringevano i connazionali all’accattonaggio: fermati madre e figlio a Milano
Sono stati fermati con l'accusa di riduzione in schiavitù
Costringevano i connazionali all’accattonaggio con cani: la Polizia di Stato ferma madre e figlio bulgari per riduzione in schiavitù.
L’azione della Polizia di Stato
Ieri, giovedì 4 febbraio 2021, a Milano la Polizia di Stato ha sottoposto a fermo due cittadini bulgari, una donna di 65 anni e il figlio 39enne, per riduzione in schiavitù. I poliziotti del Commissariato Monforte Vittoria, nell’ambito dei servizi volti al controllo del territorio, nei giorni scorsi, aveva seguito e osservato un gruppo di sette stranieri che, con cani al seguito, dalle 8 alle 19 circa, chiedeva l’elemosina nei pressi di piazza Risorgimento e piazzale Dateo.
L’operazione
Ieri gli agenti hanno accompagnato negli uffici di via Poma i sette cittadini bulgari, che sono stati indagati per maltrattamenti di animali e i sette cani, posti sotto sequestro, sono stati affidati al canile comunale. Nel corso degli accertamenti svolti dai poliziotti, è emerso che la donna e il figlio facevano giungere i connazionali a Milano, dopo averli agganciati a Sofia, con la prospettiva di un guadagno, spartito al 50 per cento, tramite l’accattonaggio. Una volta giunti a Milano, ai connazionali veniva preso sia il totale del denaro ricevuto dai passanti sia i documenti di identità. Gli stranieri, cui erano forniti i cani per posizionarsi in prossimità di diverse fermate metropolitane, inoltre, venivano fatti dormire in una casa abbandonata in viale Molise.
Il fermo della madre e del figlio
Un cittadino bulgaro di 55 anni, sentito dagli agenti del Commissariato Monforte Vittoria, ha riferito che il 39 enne, assieme alla madre, era solito portargli via tutto il denaro che i cittadini gli donavano in strada e che più volte era stato picchiato con un bastone sotto pesanti minacce.
Madre e figlio, il cui fermo è stato convalidato dal pubblico ministero di turno ieri sera, sono stati condotti presso il carcere di San Vittore.