Presidio a Venegono

Armi nucleari, l'Italia non firma il Trattato per la proibizione. L'appello di 50 associazioni

Cinquanta realtà del Varesotto e limitrofi chiedono che anche l'Italia dica "no" alle armi atomiche. Tra Ghedi e Aviano fra le 40 e le 70 testate. Venerdì presidio fuori dalla Leonardo di Venegono

Armi nucleari, l'Italia non firma il Trattato per la proibizione. L'appello di 50 associazioni
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(Foto d'archivio della manifestazione fuori dalla base di Ghedi del novembre 2017)

Il 22 gennaio 2021 entra in vigore il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, che renderà illegale l'utilizzo di questi ordigni. Un Trattato maturato in seno all'Onu il 7 luglio 2017 e da allora approvato da 122 Paesi su 193. Tra questi però non c'è l'Italia (oltre ai 9 "Paesi nucleari"), che sul suo territorio ospita tra le 40 e le 70 testate nelle basi di Ghedi ed Aviano.

Armi nucleari illegali dal 22 gennaio, l'Italia non firma

Le armi nucleari diventano illegali grazie a questa nuova norma internazionale. "Un fatto storico che delinea la salvezza dell'Umanità dal flagello della Guerra Nucleare", lo definiscono 50 associazioni italiane che chiedono da anni all'Italia di unirsi ai 122 Paesi che lo hanno sottoscritto, più del doppio dei 50 necessari per renderlo attivo, e ai 30 che hanno avviato le procedure di ratifica. Chi manca all'appello, oltre al Belpaese, sono quei Paesi che dispongono di un arsenale bellico nucleare (USA, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele) e quelli che appartengono alla NATO, che ha chiesto  ai suoi membri di non firmarlo.

No al nucleare ma decine di testate "in casa"

L'Italia, Paese che ha in Costituzione il ripudio della guerra e che ha per due volte detto "no" al nucleare civile, ospita però tra le 40 e le 70 testate nucleari nelle basi di Aviano e Ghedi, rispettivamente a Pordenone e Brescia.

"Queste armi - spiega la rete di 50 associazioni  del Varesotto e dei territori circostanti - saranno sostituite a breve con le più moderne e letali B61-12 che saranno montate sui nuovi cacciabombardieri F35, anch'essi più pericolosi degli MRCA Tornado e degli F16 che attualmente le portano. Noi contestiamo la presenza di armi atomiche in Italia, non solo perché i luoghi di stoccaggio diventano essi stessi obiettivi nucleari e quindi un rischio reale per tutti noi, ma anche perché non possiamo accettare di essere complici di un potenziale sterminio di milioni di esseri umani".

Il costo delle armi nucleari

L'importanza dell'entrata in vigore del Trattato il 22 Gennaio 2021 è dovuta anche al fatto che allontana i rischi di guerra atomica, accentuati dalla dissoluzione di Trattati ed accordi preesistenti, "tanto che gli scienziati atomici americani lanciavano l'allarme - aggiungono le associazioni - non siamo mai stati così vicini alla catastrofe nucleare". Ma oltre al rischio intrinseco costituito dagli ordigni atomici, ci sono i costi che vi sono legati.

"Le 13.400 testate atomiche esistenti nel mondo, in via di modernizzazione, hanno costi da capogiro - prosegue la lettera delle associazioni - circa 140 mila dollari al minuto, per un totale di oltre 70 miliardi di dollari nel 2019, pari a 24 volte il budget annuale delle Nazioni Unite. Se si calcolano anche i costi indiretti, come i danni ad ambiente e salute o la difesa missilistica per proteggere le testate nucleari, il costo supera i 100 miliardi l’anno. Cifre enormi e in costante crescita: +10 per cento tra il 2018 e il 2019". Costi che toccano anche l'Italia, che le testate le ospita: "Il costo annuo per l'Italia per il mantenimento delle basi arriva a 100 milioni! Quattro volte quanto il nostro Paese versa all’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Una vergogna in rapporto alla crisi sanitaria ed economica indotta dalla pandemia".

"Tra le voci di leader mondiali che hanno sostenuto il Trattato - concludono -  vi è quella di Papa Francesco che affermò: 'E’ da condannare con fermezza la minaccia dell’uso di armi nucleari, nonché il loro stesso possesso, proprio perché la loro esistenza è funzionale a una logica di paura che non riguarda solo le parti in conflitto, ma l’intero genere umano. Le armi di distruzione di massa, in particolare quelle atomiche, altro non generano che un ingannevole senso di sicurezza e non possono costituire la base della pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana, che deve invece ispirarsi ad un’etica di solidarietà'. Per questo i sottoscrittori di questo documento celebrano, in sintonia con ICAN, l'entrata in vigore del Trattato, esigendo al contempo che il Governo italiano lo firmi e rimuova dal suolo italiano le testate termonucleari, anche in rispetto del Trattato di Non Proliferazione ratificato nel 1975, dell'art. 11 della Costituzione e di altre norme italiane e internazionali".

Presidio a Venegono

In occasione dell'entrata in vigore del Trattato, Abbasso La Guerra organizza per il 22 gennaio un sit-in (in totale sicurezza con le misure anti Covid) presso uno dei cancelli della Leonardo di Venegono, azienda che produce gli F35 e i caccia M346, pensati per addestrare i piloti degli F35.

Il presidio di Venegono Inferiore sarà effettuato tra le 11:30 e le 12:30 del 22.01.2021, all'incrocio tra la via Arturo Ferrarin e la via Armando Diaz, nei pressi di uno dei cancelli secondari di Leonardo (ex Aermacchi). "Esporremo uno striscione e bandiere della pace, reciteremo dei brani sull'argomento, faremo gesti simbolici. L'iniziativa nonviolenta, data la situazione, sarà a partecipazione limitata. Chi viene da fuori deve avere con sé l'autocertificazione".

I firmatari

Ieri in una nota anche il Comune di Saronno h fatto sapere di sostenere l'appello e la richiesta al Governo perchè l'Italia ratifichi quanto prima il Trattato.

Di seguito l'elenco dei firmatari della lettera:

Abbasso la Guerra OdV, ACLI provinciali Varese, Assoc. Culturale Rag Time Varese, Assoc. GIM Progetti, Assoc. I Care, Assoc. Pace e Convivenza di Sesto Calende, Comitato Cernobyl Induno O., Comitato varesino per la Palestina, Donne in Nero Varese, Filmstudio 90, Forum Contro la Guerra, GIM-Terredilago Coop.Soc., Greenpeace Gruppo Locale di Varese, Laudato si', Legambiente Varese, Mese per la Pace Como, Missionari Comboniani Venegono Superiore, Movimento Ubuntu, nAzione Umana, Parrocchia di Rebbio, Punto Pace di Pax Christi Tradate, Religions for Peace Varese, Teatro Franzato, Un'Altra Storia Varese, 4 Passi di Pace, ovvero: ANPI Saronno, Assoc. Auser Volontariato Saronno, Assoc. Centro Recupero Arti e Mestieri, Assoc. Culturale “Il Pozzo” di Rovellasca, Assoc. di Promozione Sociale “Gianni Ballerio”, Assoc. Multiculturale “OASI” di Rho, Asvap 4, AVULSS, Centro Culturale Islamico di Saronno, Centro di Incontro, Commissione Carità - Missione e Migranti, Consiglio Cittadino Migranti di Rho, Emergency Gruppo di Saronno, FIAB Saronno, Giovani Musulmani d’Italia-Saronno, GIVIS, Gruppo Alice, Il Sandalo Equosolidale, Il Sole Onlus, L’Isola che non c’è, MASCI, Pastorale Migranti Zona IV, Semplice Terra, Villaggio SOS Saronno.

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