L' "amichevole chimico di quartiere" Bressanini gela i suoi fan: "Ho un tumore"
Si chiama melanoma uvueale, un cancro molto raro che non risponde alla radioterapia e alla chemioterapia. L'unica possibilità è bombardarlo con un fascio di protoni. "Io non posso fare nulla, sono i medici e i fisici che lo hanno combattuto, contro il mio stesso posto"
Dario Bressanini, chimico saronnese e divulgatore scientifico, rompe un silenzio durato alcuni mesi con un video: "Ho un tumore".
L'annuncio di Dario Bressanini: "Ho un tumore"
"Ho un tumore. Un tumore raro". Nessun giro di parole, nessuna perifrasi per riferirsi a quel "brutto male" che spesso si ha anche solo paura di pronunciare. Alcuni giorni fa Dario Bressanini, l'"amichevole chimico di quartiere" seguito da centinaia di migliaia di persone sui social e Youtube è tornato dopo alcuni mesi di assenza a parlare coi suoi fan. Un video che questa volta non è andato a raccontare la chimica delle cose che ci circondano, o a smentire bufale e false credenze ma un video "catartico", come lui stesso l'ha definito.
"C'è una sorta di pudore nel parlare del cancro, perchè i malati ci imbarazzano. La paura della morte, il fatto che colpisce indiscriminatamente tutti, grandi e piccini e anche gli amichevoli chimici di quartiere. Ma adesso è arrivato per me il momento di parlarne, di raccontare quello che ho passato. Questo video mi serve per esorcizzare un po' per esorcizzare la paura e il trauma. (...) Vorrei tanto tornare a ricominciare a vivere. Da quando ho scoperto di avere questa malattia non riesco a pensare ad altro. In tanti mi hanno scritto che erano preoccupati ma non volevo farmi vedere, non ero pronto".
Tutto iniziato da un'ombra nell'occhio
Un tumore raro e "bastardo": il melanoma uveale. "L'ho scoperto perchè un giorno mi sono accorto che vedevo un'ombra nello spazio visivo in alto e fortunatamente invece di aspettare che passasse da solo sono andato dall'oculista e lui mi ha spedito subito a fare gli esami del caso". Un cancro che non risponde alla radioterapia e nemmeno alla chemio. L'unica possibilità è "bombardarlo" con un fascio di protoni. Roba che sembra uscita da un film di fantascienza, o dai fumetti cui Bressanini fa spesso riferimento durante i suoi video.
Una terapia seguita da Bressanini, e raccontata nel suo video, allo Cnao di Pavia dove c'è un acceleratore di particelle. "Fino quale anno fa per una cosa del genere asportavano l'occhio. La dottoressa Angi dell'Istituto dei Tumori di Milano me l'ha detto: 'per noi medici la priorità è chiara. Prima dobbiamo salvare la vita del paziente, poi dobbiamo pensare all'organo e da ultimo alla sua funzione'. E purtroppo il mio melanoma è accanto al nervo occhio. Qualsiasi cosa io faccia o non faccia il mio occhio verrà danneggiato irrimediabilmente. E quando ti danno una notizia così non ci vuoi credere, volevo un'alternativa o una speranza". Che purtroppo, non c'è.
"Non sono io che posso sconfiggere il tumore, sono gli scienziati"
"Quando si parla di cancro si parla tantissimo di lotta contro il cancro ma non mi piace la retorica della lotta personale. Non sono io che combatto il tumore, non sono io che posso sconfiggerlo. Non posso fare nulla - conclude Bressanini - Ed è una cosa che mi fa impazzire. Sono i medici e i fisici che hanno combattuto e combatteranno in vece mia contro il tumore, contro il mio stesso corpo. Ma è questione di fortuna e c'è chi non ce la fa. Io non so cosa succederà, si dice che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo e prende anche la mira. Nei prossimi mesi e anni dovrò fare controlli continui. Il tumore è stato colpito, speriamo a morte, ma ci vorranno alcuni mesi per vederlo sconfitto. Ho bisogno di accettare il fatto che ho paura per quello che potrebbe succedere, speriamo di no, ma dovrà comunque presto imparare a convivere con il fatto che ci vedrò con un occhio solo ed è un pensiero agghiacciante".