Il caso

Il Codacons diffida, il Comune di Gerenzano replica

L'Amministrazione ha risposto per le rime: "Atto privo di fondamento che ha leso l'immagine di Gerenzano".

Il Codacons diffida, il Comune di Gerenzano replica
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Il Codacons diffida il Comune di Gerenzano sulla sicurezza, ma l'Amministrazione non resta in silenzio.

Il Codacons diffida, il Comune di Gerenzano replica

"In data 22 giugno, con una Pec inviata alle 23 e 37 minuti, il Comune di Gerenzano ha ricevuto un atto di “significazione e diffida” da parte dell'associazione Codacons, sede di Varese. Considerato l’insolito orario e il proliferare di mail dal contenuto falso e non comprendendo il significato di questa nota abbiamo contattato telefonicamente la vostra associazione per meglio comprendere l’accaduto. Con sconcertante sorpresa abbiamo appreso dell’autenticità dell’atto ed anche del fatto che la stessa sig.ra Maria Boffini, sottoscrittrice della diffida, non avesse idea esatta del contenuto, rimandando l’azione intrapresa all’ufficio legale, né, tantomeno, avesse fatto alcuna azione di verifica circa l’operato dell’amministrazione comunale in merito al tema contestato prima di sottoscrivere l’iniziativa", anticipa l'Amministrazione, aggiungendo: "Vogliamo premettere che la lunga premessa contenuta nella diffida non contiene alcun riferimento normativo che possa ricondurre a delle inadempienze da parte dell’amministrazione gerenzanese, visto che l’amministrazione comunale non ha tra le proprie competenze la prevenzione dai reati di truffa. Più grave appare ritenere, come contenuto nella diffida, “lo stesso Comune responsabile qualora dovessero verificarsi ulteriori casi di tal genere e danni ai cittadini”.

"Reprimere le truffe non è di competenza del sindaco"

"Ricordiamo allo scrivente CODACONS che l’attività investigativa e di repressione delle truffe è di competenza dell’arma dei carabinieri e della guardia di finanza, NON certo del Sindaco del Comune di Gerenzano. Riteniamo anche che prima di procedere alla trasmissione dell’atto si dovesse procedere alle verifiche del caso. Se si fosse proceduto a tali verifiche avrebbe potuto constatare che l’Amministrazione Comunale di Gerenzano è sempre stata molto attenta nell’informazione e nella gestione delle criticità che il fenomeno delle truffe rappresenta. Sono  numerose le comunicazioni che, con precisione e tempestività, pubblichiamo sulla pagina istituzionale del comune per avvisare i cittadini di probabili truffe o tentativi in corso e delle iniziative, in collaborazione con l’arma dei carabinieri, che proponiamo sul territorio per sensibilizzare soprattutto la fascia di popolazione più a rischio: gli anziani. Da sempre, ad ogni segnalazione, allertiamo la polizia locale che, sebbene costituita da solo 2 unità operative, provvede ad effettuare giri di ricognizione con l’obbiettivo di verificare situazioni sospette sul territorio".

"I primi a promuovere il controllo del vicinato"

"Siamo stati tra i primi comuni a promuovere ed istituire il controllo di vicinato proprio con lo scopo di arginare queste iniziative delittuose ed all’inizio del periodo di lockdown abbiamo istituito il servizio WhatsApp, a cui hanno aderito oltre 1650 cittadini, per trasmettere in tempo reale tutte le informazioni ai cittadini, anche quelle relative a possibili truffe. Se si fossero documenti si sarebbe evitata questa sconveniente situazione che vede l’amministrazione locale doversi attivare perché fortemente lesa nella propria immagine ed in quella del Comune di Gerenzano. Vogliamo anche ricordare che anche gli Amministratori Comunali sono “consumatori” che consumano, consentiteci il gioco di parole, il proprio tempo per il bene comune. Ovviamente l'azione, che abbiamo dimostrato priva di ogni fondamento giuridico oltre che “nei fatti”, non è passata inosservata. La politica locale ha potuto cavalcare l'iniziativa per sottolineare l’inefficienza, smentita dai fatti, di questa amministrazione".

"Chiediamo la revoca dell'atto"

"Per quanto sopra esposto e quanto documentato in allegato CHIEDIAMO che la vostra associazione, oltre a porre le scuse che il caso richiede provveda alla revoca dell’atto in quanto privo di fondamento, con pubblicazione sulla pagina istituzionale del vostro sito e provveda, altresì, a dare comunicazione dell’infondatezza dell’iniziativa alla stampa. Qualora la nostra richiesta dovesse rimanere inascoltata, decorsi 15 giorni dalla presente comunicazione, provvederemo a dare mandato legale per la tutela dell’immagine dell’ente".

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