In decine in piazza a Saronno contro la legge Zan
Secondo manifestanti e promotori, la modifica prevista dalla legge minerebbe la libertà d'opinione e aprirebbe a "derive liberticide"
Diversi cittadini hanno risposto all'appello lanciato dal consigliere Alfonso Indelicato e dal promotore Lucio Bergamaschi, radunandosi in piazza Libertà a Saronno contro la legge Zan oggi, sabato 11 luglio per la manifestazione organizzata da un gruppo di saronnesi "apartitici e apolitici".
Manifestazione contro la legge Zan
A Saronno come in numerose piazze italiane, oggi è il giorno della manifestazione contro la legge Zan in discussione in Parlamento e che chiede di inserire tra i reati puniti dalle leggi Mancino e Reali anche quelli di discriminazione per sesso, identità di genere e orientamento sessuale. Disegno di legge contro cui si è scagliato nei giorni scorsi anche il consigliere indipendente Alfonso Indelicato, presente oggi in piazza e che nei giorni scorsi aveva rilanciato l'appuntamento paventando il rischio di un prossimo riconoscimento della pedofilia. Parole, queste, che hanno subito scatenato la reazione di Arcigay Varese.
Ad aprire la manifestazione Lucio Bergamaschi, che ha letto l'appello della piazza:
"Ci chiediamo insieme a decine di insigni giuristi e costituzionalisti come Sabino Cassese e Alfredo Mantovano e a numerosi esponenti del mondo Lgbt come Mauro Coruzzi in arte Platinette e del femminismo militante come Marina Terragni se davvero sia necessaria in questo momento una legge specifica dal momento che il Codice di diritto penale già prevede numerose fattispecie di reato contro ogni forma di violenza di singoli o di gruppo, discriminazione, mobbing. Viceversa la formulazione degli articoli fa sorgere il dubbio di una possibile discriminazione al contrario prevedendo di sanzionare in modo pesante non solo i comportamenti ma le idee e le opinioni. Ciò contrasta con l’articolo 21 della nostra Costituzione e apre un varco pericoloso verso la limitazione della libertà di pensiero come hanno ricordato recentemente i vescovi italiani nella dichiarazione del 10 giugno scorso in cui denunciano il rischio “di derive liberticide”.
Non ci fidiamo gran che delle dichiarazioni dell’estensore del disegno di legge onorevole Zan quando afferma che resterà garantito il diritto di pensare che l’unica famiglia possibile sia quella eterosessuale, che la chiesa potrà continuare a professare la propria antropologia basata sulla Bibbia “…maschio e femmina li creo” (Genesi, 1, 26-28) e che le famiglie cattoliche potranno continuare a educare in tal senso i propri figli. Constatiamo infatti che in altri Paesi come la Spagna che hanno adottato leggi analoghe numerose persone – perfino preti e vescovi – sono andati a processo per aver dichiarato cose simili. La nostra società già troppo dilaniata da divisioni e delegittimazioni reciproche non ha proprio bisogno in questo momento di aprire anche questo fronte polemico".
A sorvegliare i manifestanti, in piedi a distanza e con libri in mano, una pattuglia della Polizia locale.