Lesioni, rapine e minacce agli ex compagni: due minori di Busto arrestati e portati in comunità
Uno dei due aveva anche picchiato un professore che lo aveva redarguito. Allontanati dalla famiglia: il padre li difendeva aggredendo a sua volta docenti e studenti
Per tutto l'anno scolastico avevano bullizzato, aggredito e minacciato i compagni di scuola e anche dopo la loro sospensione (in un caso per aver reagito con violenza contro un professore) non si erano fermati. Così il Gip ha deciso di adottare la misura cautelare e separare i due fratelli, allontanandoli dall'ambito famigliare e facendoli portare in due diverse comunità.
Lesioni, rapine e minacce: fratelli divisi e portati in comunità
Due fratelli minorenni che nell’anno scolastico appena terminato avevano spadroneggiato, con la violenza fisica e l’intimidazione, su compagne e compagni, sono stati condotti dagli Agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio in due diverse comunità in esecuzione di un’Ordinanza applicativa della misura cautelare del Tribunale per i Minorenni di Milano. Le accuse sono di aver commesso atti persecutori, lesioni e rapina nei confronti di almeno tre compagni.
Giovanissimi e già conosciuti alle forze dell'ordine
Il Commissariato di via Ugo Foscolo aveva fatto la loro conoscenza il primo giorno dell’anno scolastico appena conclusosi, quando i poliziotti erano intervenuti in un istituto di istruzione superiore in città per le intemperanze di uno di loro: dopo che un insegnante lo aveva ripreso per un comportamento scorretto in classe, uno di loro due aveva reagito picchiando il professore, insultando e minacciando anche altri docenti e infine mandando in frantumi una vetrata con un pugno. La vicenda si era "conclusa" con una denuncia al giudice minorile da parte della Polizia e la sospensione dalla scuola da parte della dirigenza.
Poche settimane dopo, stesso provvedimento anche per il fratello dopo che aveva aggredito un compagno causandogli diverse lesioni.
Violenze continuate anche dopo la sospensione
Pur non potendo più frequentare le lezioni, i due hanno comunque continuato a tentare di imporre la propria egemonia sugli ex compagni e in particolare su alcuni di loro, presi di mira per aver osato opporsi alle loro prepotenze o perché ritenuti responsabili di veri o presunti torti nei confronti loro, di loro amici o ragazze. A farne le spese: una compagna, fatta bersaglio di insulti, umiliazioni e inviti a suicidarsi sia di persona che attraverso messaggi inviati via “social”; un compagno aggredito in due occasioni, prima in classe dove gli veniva stretta la gola sollevandolo da terra e poi, per vendetta a seguito della segnalazione ai professori, nel corso di un pestaggio di gruppo; un altro compagno, reo di aver litigato con un amico dei fratelli e di aver offeso la ragazza di uno di loro, attirato in un incontro "trappola" nei pressi della stazione ferroviaria di Busto Arsizio, sottoposto a pestaggio e rapinato delle scarpe.
Famiglia incapace di "contenerli"
Le modalità particolarmente efferate e fuori controllo delle azioni dei due fratelli e la considerazione che l’ambiente familiare non è in grado di contenerli (anzi il padre ha dato in più occasioni sostegno ai figli, minacciando e aggredendo a sua volta professori e studenti) hanno indotto il GIP a adottare la misura cautelare e a separare i due facendoli collocare in diverse comunità.