Locate ricorda il sacrificio del maresciallo D'Immè - FOTO
Ucciso in un conflitto a fuoco 24 anni fa. Il Covid non ferma la commemorazione avvenuta in forma riservata alla presenza delle autorità politiche, civili, militari e religiose
Nonostante la pandemia Locate Varesino ha ricordato lunedì il maresciallo eroe, Sebastiano D’Immè, ucciso tragicamente 24 anni fa. “La commemorazione è anche occasione per testimoniare vicinanza e riconoscenza agli uomini che quotidianamente lottano per la nostra sicurezza”, ha detto il sindaco Luca Castiglioni nel suo intervento.
Locate non dimentica il gesto eroico di D’Immè
L’Arma dei carabinieri e i rappresentanti delle istituzioni hanno ricordato lunedì mattina il sacrificio, che risale a 24 anni fa, del maresciallo Sebastiano D’Immè, ucciso in servizio, nel corso di un conflitto a fuoco, il 6 luglio del 1996. Medaglia d’oro al valor militare, il maresciallo è stato ricordato in occasione dell’anniversario della morte. Alla cerimonia erano presenti i vertici dell’Arma, il parroco, l’Amministrazione Castiglioni e i rappresenti di Prociv, Anc Mozzate, Alpini e Polizia locale.
“Grazie a chi opera per la nostra sicurezza”
Ad aprire la cerimonia commemorative davanti al cippo in memoria del maresciallo D’Immè posizionato vicino al municipio è stato il sindaco Luca Castiglioni:
“Anche quest’anno , nonostante la pandemia, abbiamo voluto organizzare in forma più sobria e ristretta questa celebrazione perché riteniamo sia importante ricordare quel tragico episodio che ha colpito pesantemente la nostra comunità. La celebrazione, in questo momento, vuole essere anche una testimonianza di vicinanza e di presenza a tutti gli uomini che quotidianamente lavorano per la sicurezza del nostro Paese perché credo che sia importante in questo momento di difficoltà ricordare il lavoro che tutti i carabinieri svolgono per il nostro interesse, per il bene comune”.
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La tragedia di 24 anni fa
Originario della Sicilia, effettivo al reparto operativo di Como, il maresciallo D'Immè stava indagando su una banda di rapinatori quando fu ucciso a Locate Varesino in una sparatoria con i banditi.
D’Immè si trovava insieme con altri colleghi su una Fiat Punto, auto civetta, in via Parini, davanti al municipio di Locate Varesino. Qui, verso mezzogiorno, intercettarono due pregiudicati a bordo di una Fiat Croma, rubata e sfuggita a un posto di blocco, a proposito della quale avevano poco prima ricevuto una segnalazione via radio.
I carabinieri si avvicinarono, ma gli occupanti dell’auto finsero di scendere e invece scatenarono l’inferno, sparando dai finestrini con un mitra e con una pistola e seminando il terrore tra i passanti.
Riparato dietro un albero e pur colpito in più parti del corpo, Sebastiano D’Immè rispose al fuoco, cadendo poi gravemente ferito a causa di un proiettile che gli aveva procurato un’ emorragia alla carotide. Soccorso e trasportato all’ospedale, prima a Tradate e poi a Varese, venne sottoposto a un disperato intervento chirurgico. Non bastò. Nella notte fu dichiarato clinicamente morto e il giorno seguente e dopo l’espianto degli organi morì.
Medaglia d’oro al valor militare
Per questo gesto eroico e grande senso del dovere alla memoria, d’Immè ricevette la Medaglia d’Oro al valor militare, con riconoscimento del 18 maggio 1998 da parte del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Questa la motivazione : “(…) Intercettava due pericolosi pregiudicati a bordo di un’auto di provenienza furtiva percependo gli stessi di essere stati individuati potessero sfuggire al controllo non esitava ad affrontare i malviventi, venendo però fatto segno a violenta azione di fuoco. Benché colpito in più parti del corpo, con eccezionale coraggio e non comune determinazione, replicava con l’arma in dotazione finché si accasciava esanime al suolo. Fulgido esempio di elette virtù militari e di altissimo senso del dovere, spinto fino all’estremo sacrificio”