Da un'azienda di Samarate arriva il tessuto "anti-coronavirus", e anche la tasca diventa "disinfettante"
Un trattamento rivoluzionario che può rendere gli abiti primi strumenti di sicurezza contro il rischio di contagio
L'emergenza coronavirus ha portato molte aziende a reinventarsi e molte altre a indirizzare in una nuova direzione la ricerca scientifica: a Samarate, la TMR Cederna Fodere Spa ha messo a punto un trattamento che renderà abiti e tessuto "anti-coronavirus" .
Tessuto "anti-coronavirus", la lotta al Covid passerà dal guardaroba
Non mascherina e guanti, presto potremo proteggerci dall'infezione da coronavirus anche grazie ai vestiti. La TMR Cederna Fodere SpA di Verghera di Samarate ha infatti messo a punto un trattamento che rende i tessuti antivirali, ovvero inospitali a virus e patogeni. Come ormai abbiamo tutti imparato, uno dei principali pericoli legati al contagio riguarda la "cross contaminazione", cioè il venire a contatto con un oggetto su cui si trova il coronavirus, che lì può sopravvivere anche per diverso tempo. L'esempio più classico è quello delle banconote, che passando di mano in mano diventano ricettacolo di batteri e patogeni vari. Toccandole si "trasferisce" il virus sulle proprie mani e, se non le si disinfetta, rischia di arrivare a bocca e occhi aumentando il rischio di infettarsi.
La rivoluzione della TMR: ViroProtect+
E' per questo che tra le raccomandazioni c'è quella di lavarsi e disinfettarsi spesso le mani. E la ricerca condotta dalla TMR porta la prevenzione direttamente nell'armadio. Un settore che l'azienda, attiva sin dal 1800 e passata da diverse rivoluzioni industriali, conosce molto bene dato che si trova tra i punti di riferimento del mercato anche per i marchi dell'alta moda. Ultima rivoluzione quella imposta dal Covid, che ha portato alla creazione di ViroProtect +, una formula che coniuga insieme un trattamento antivirale certificato Iso e una finitura antibatterica testata in laboratorio per disarmare eventuali virus e batteri, tra cui il Coronavirus, dopo il contatto con il tessuto rendendolo anche "anti-coronavirus".
"Per dirla in parole semplici – spiega Edoardo Giardini – con questo trattamento il 99% dei batteri e delle materie virali perdono efficacia entro pochi minuti dal contatto con la superficie del tessuto. Di conseguenza le applicazioni possono essere infinite: dal settore sanitario, ad esempio per i camici, alla sfera dell’abbigliamento d’uso comune. Senza dimenticare un plus: questo trattamento ha persistenza sia ai cicli di lavaggio in acqua che a secco perché è realizzato con un processo in assorbimento dove la fibra viene nobilitata in fase di finissaggio. Ed è certificato. Al momento stiamo conducendo dei test per garantire i massimi risultati su tutte le forme di batteri virali incapsulati e non, inclusa l’efficacia alla versione felina del Coronavirus. La formula - continua il responsabile commerciale - è disponibile come finitura aggiuntiva su tutta la nostra gamma di fibre cellulosiche e organiche, che vanno da Viscosa, Cupro, Acetato a Cotone e Seta. Originaria del settore medicale, la formula ViroProtect +, è stata riprogettata per trovare applicazione nel settore dell’abbigliamento, dalle divise, alle uniformi e alla moda stessa garantendo ai tessuti le stesse caratteristiche (anche di mano e di comfort) che i clienti cercano, e trovano, nei nostri prodotti".
"Trasformare la crisi in opportunità"
Quello che ha fatto l'azienda di Samarate è rispondere alla prima regola di chi ha un'azienda: trasformare la crisi in opportiunità.
"Nel momento del lockdown – prosegue Giardini - abbiamo riflettuto: avevamo la classica possibilità di far diventare la crisi una opportunità, ripensando alla funzione del nostro settore Ricerca e Sviluppo e ragionando su quanto la filiera del tessile sarà tenuta a cambiare. In questo percorso, è arrivato l’input di un cliente tedesco con una richiesta specifica: un tessuto che fosse insieme antivirale e antibatterico. Abbiamo quindi avviato una ricerca e scoperto che tre aziende del biomedicale producevano ausiliari tessili specifici con questa tecnologia. E l’abbiamo immaginato ad ampio spettro progettando un finissaggio certificato a tutti gli effetti, riscontrando subito l’interesse dei grandi gruppi di moda. Immaginate in questo momento quale grande sfida possa essere produrre capi che isolano efficacemente chi li indossa dai contatti con l’ambiente esterno, tenendo lontano il virus. Prove scientifiche hanno confermato che la auto-inoculazione è ancora una delle principali via di trasmissione responsabile per il virus, dimostrando anche che il materiale infettivo può sopravvivere ore sulle superfici tra cui l’abbigliamento che indossiamo. Immaginate, invece, la rivoluzione di un tessuto che possa fornire tra le tante caratteristiche anche una difesa in questo senso. Pensate al quotidiano: immaginate anche solo di infilare le chiavi in una tasca realizzata con un tessuto che lo annienta. Le potenzialità sono enormi. Per non parlare di un’altra nuova sfida per tutta la filiera tessile: quella della contaminazione tra il settore moda e quello medicale. Anche in questo caso le possibilità che abbiamo di fronte sono innumerevoli".