Coronavirus, tra Como e Varese solo 7 USCA attive. Dovrebbero essere 30
L'assistenza sanitaria sul territorio per arginare la diffusione del coronavirus doveva essere la chiave per la fase dopo il picco dell'emergenza. Ma qualcosa non sta andando per il verso giusto
La normativa prevede una Unità Speciale di Continuità Assistenziale (USCA)ogni 50 mila abitanti per spostare sul territorio la lotta al coronavirus. A conti fatti tra Varese e Como dovrebbero essercene già 30, in realtà solo solo 7. E il consigliere regionale Samuele Astuti "striglia" Ats Insubria anche sui pochi test sierologici eseguiti.
Coronavirus, il giallo delle USCA che non ci sono
Non più gli ospedali come primo "punto di raccolta" dei possibili infetti ma la cura e la gestione dei malati che si sposta sul territorio. Doveva essere questa la chiave della seconda fase della lotta al coronavirus, avviata già settimane prima del 4 maggio e da subito proprio nelle zone della Bergamasca, più colpite. "Arma" di questo nuovo approccio sono (sarebbero dovute essere) le USCA, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale: team di medici e operatori sanitari che su segnalazione dei medici di base hanno il compito di intervenire e visitare a domicilio i possibili malati Covid. Evitando, in questo modo, che rivolgendosi agli ospedali potessero portare all'interno delle strutture il virus (cosa già successa e tra le cause iniziali della diffusione del Covid).
La normativa nazionale prevede, per l'attivazione di queste unità, che ce ne sia una ogni 50mila abitanti. Tra Como e Varese, quindi, dovrebbero essere 30:
"La Provincia di Varese ha 891mila abitanti quindi per la normativa nazionale dovrebbero essercene 18 - fa notare il consigliere regionale Pd Samuele Astuti - A Como che conta 599mila abitanti dovrebbero essere 12".
La realtà però è ben diversa: Ats Insubria ha infatti attivato solo 7 USCA su tutto il suo territorio, 4 in provincia di Varese e 3 in provincia di Como: Busto Arsizio, Saronno, Gallarate, Varese, Como, Erba e Cantù. Quarantasei i medici in servizio, due per ogni turno.
Poche visite ogni giorno
"Ma c’è di più- continua Astuti- dall’inizio dell’attività gli interventi a domicilio sono stati 514 (415 in provincia di Varese e 99 in provincia di Como) per una media di 1,5 visite al giorno a Varese e 0,5 a Como. Questo senza contare che i test sierologici che le Ats dovevano fare su operatori sanitari, persone in quarantena e contatti stretti sono stati pochissimi. E’ evidente la necessità per l’Ats Insubria di potenziare e riorganizzare le strutture per mettere gli operatori nelle condizioni di lavorare in modo più efficace e in condizioni di sicurezza nel contrasto dell’epidemia".