Caos 18 maggio: ancora nessun DPCM nè regole chiare
Si salta tra indiscrezioni e bozze: possibili addio all'autocertificazione e via libera dal 3 giugno agli spostamenti fra Regioni
A pochi giorni dalla scadenza dell'ultimo DPCM ancora non sono state definite le regole per cosa succederà dal 18 maggio. E alcune Regioni, intanto, decidono di testa propria.
18 maggio, che succede?
Bar, ristoranti, parrucchieri e negozi sinora chiusi potranno riaprire? Con quali regole? Sarà ancora necessaria l'autocertificazione per muoversi da casa? Domande le cui risposte restano appese al prossimo DPCM che però, a due giorni dalla "scadenza" del precedente, ancora non arriva. Per il momento ci si muove tra indiscrezioni, anticipazioni e smentite che non fanno altro che gettare nell'incertezza chi da settimane non fa che chiedere regole chiare per poter tornare al lavoro.
Protocolli Inail e Regioni
Al momento sembra che dal 18 maggio dovrebbe poter riaprire la maggior parte delle attività ancora chiuse a patto di rispettare dei protocolli di sicurezza che possano mettere al riparo dal contagio clienti e dipendenti. Protocolli stilati dall'Inail, approvati dal Comitato Tecnico Scientifico del Governo che però sono aspramente criticati dalle associazioni di categoria e dai commercianti, soprattutto del mondo Ho.Re.Ca., quello di bar e ristoranti. Regole troppo stringenti che renderebbero impossibile lavorare. Così alcune Regioni hanno deciso di muoversi in autonomia e rivedere quei protocolli, come ad esempio l'Emilia Romagna, predisponendone di nuovi in accordo con i rappresentanti delle diverse categorie, e nella speranza che Roma permetta di applicarli. Anche il Presidente del veneto Luca Zaia ha deciso di giocare d'anticipo: "Abbiamo le nostre linee guida concertate con le realtà che detengono interessi - ha spiegato - Però ci deve essere nel DPCM la previsione e la possibilità per le Regioni di mettere altre linee guida rispetto all'Inail. Se sono una 'condicio sine qua non' nessuno sarà in grado di applicare linee guida alternative".
E in Lombardia?
Regione Lombardia non ha ancora comunicato eventuali linee guida proprie che sarebbero allo studio. Intanto, l'ordinanza di mercoledì ha dato alcune disposizioni generali per la prossima riapertura, senza entrare nel merito delle diverse attività. "I sindaci sono preoccupati perchè non ci sono ancora misure definitive da parte del Governo" ha fatto sapere Fontana. L'intenzione sarebbe comunque quella di dare il via libera a tutte le attività che saranno in grado di garantire le misure di sicurezza.
Tempi stretti
Siamo però a venerdì e le nuove regole dovrebbero entrare in vigore da lunedì. I tempi sono strettissimi, troppo: basti pensare che come detto Regione Lombardia ha approvato nei giorni scorsi l'obbligo di misurare la temperatura all'ingresso di dipendenti e clienti ma i termoscanner sono in esaurimento e, ordinandoli, difficilmente saranno consegnati in tempo.
Spostamenti tra Regioni (forse) dal 3 giugno
Per quanto riguarda gli spostamenti, sembra sparire l'obbligo di autocertificazione per uscire di casa ma fino a giugno continueranno ad essere vietati gli "sconfinamenti" tra Regioni. Secondo una delle bozze che circolano, dal 3 giugno gli spostamenti potranno "essere limitati solo con provvedimenti motivati secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree".