Coronavirus e RSA: mille tamponi nelle strutture varesine e comasche, 30 decessi
I dati e le iniziative messe in campo da Ats Insubria per gli ospiti delle residenze per anziani.
Ats Insubria fornisce tutti i numeri delle RSA dei suo territorio, coinvolte nell'emergenza coronavirus.
Emergenza coronavirus nelle RSA
Ieri, la notizia dell'attivazione di una commissione speciale dalla Regione per chiarire la situazione all'interno delle RSA. Nelle scorse settimane, praticamente dall'inizio dell'emergenza, la richiesta di opposizioni e gestori di dare indicazioni precise e mettere al riparo gli operatori e soprattutto gli ospiti delle strutture, per lo più pluripatologici e tutti molto anziani. Poi le polemiche, per quella richiesta dalla Regione alle Ats perchè ospitassero (previa la presenza di strutture, spazi e personale indipendenti da quelli degli anziani) i malati Covid non gravi e in attesa di dimissioni. Infine le notizie che arrivavano dalle RSA lombarde di decessi, assenza di dpi, tamponi non eseguiti, carenza di personale perchè malato. Di ospiti malati e possibili focolai in strutture dove il coronavirus potrebbe fare delle stragi, come quella denunciata nel Pio Albergo Trivulzio di Milano con tanto di foto (nonostante le smentite prima e le cautele poi dell'assessore al Welfare Giulio Gallera). Intanto ieri il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha rotto da Roma il silenzio tenuto dalla Regione sui numeri delle RSA: sarebbero 1822 i deceduti nelle RSA lombarde.
La situazione a Varese e Como
In questa fase delicata, Ats Insubria ha deciso di fornire tutti i dati sulla situazione e sulle iniziative intraprese dall'inizio dell'emergenza per le RSA. Partiamo dal dato più doloroso, quello dei decessi: Ats ne riferisce 30 su un totale di 10.068 ospiti nelle strutture delle due province, lo 0,3%. Dall'inizio dell'emergenza sono stati distribuiti 89.394 dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti e camici monouso), di cui 29.878 alle strutture in provincia di Como e 29.516 in provcincia di Varese. Infine, 956 i tamponi rino-faringei effettuati o distribuiti nelle RSA: 541 nel Varesotto, 415 nel Comasco.
Usca e iniziative in campo
L'emergenza è inziata a fine febbraio. Settimana scorsa è iniziata l'attività della Usca attivate dalla Regione per le visite domiciliari dei pazienti Covid e sospetti Covid ed è stato attivaot il servizio ADI Covid a domicilio e su chiamata del Medico di Medicina Generale. Tornando alle RSA, il 28 marzo è stata attivata da Ats l'Unità di Crisi coorsinata dalla Direzione Generale e dalla Direzione Sociosanitaria, alla quale partecipano rappresentanti di UNEBA, quale associazione di categoria delle RSA. Durante queste conferenze telefoniche si informa, si discute e ci si confronta sulle attività svolte da ATS e sulle principali criticità riscontrate dai gestori nell’emergenza Covid.
È in fase di definizione un protocollo operativo, per un progetto di ASST Settelaghi, di diagnosi precoce di polmonite Covid, a domicilio e nelle RSA con l’impiego di un ecografo mobile e l’intervento di un tecnico di radiologia, al fine di proteggere i pazienti più fragili e non trasportabili.
Infine, assicurano da Ats Insubria, sono state puntualmente trasmesse alle strutture sociosanitarie del territorio tutte le comunicazioni da Regione Lombardia: il Protocollo operativo per l’attuazione del consulto telefonico previsto dalla normativa regionale per le cure palliative offerto alle RSA e RSD del territorio; la Procedura operativa per esecuzione dei tamponi agli operatori sanitari in RSA; il Vademecum per tutte le strutture sociosanitarie contenente indicazioni operative per la gestione dell’emergenza COVID-19; il Tutorial esplicativo per l’esecuzione di tamponi naso-faringei e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale; la nota con le indicazioni per la gestione operativa degli ospiti e del personale per il contenimento del COVID-19.
È stato istituito un servizio telefonico per il supporto psicologico degli operatori sociosanitari, in convenzione con gli psicologi esperti di psicologia dell’emergenza dell’Associazione EMDR Italia che è stato offerto anche ai Comuni per situazioni di particolare fragilità psicoemotiva nelle famiglie colpite da Covid o in situazione di isolamento per quarantena.