Astuti e Orsenigo: "Sostenere anche i frontalieri che hanno perso il lavoro o non percepiscono il reddito di prima"
In discussione a Roma un emendamento al Cura Italia, richiesta presentata anche in Regione
In due consiglieri regionali Pd Samuele Astuti e Angelo Orsenigo, componenti della Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione Elvetica chiedono interventi a favore dei frontalieri rimasti senza lavoro a causa dell'emergenza coronavirus.
Emergenza coronavirus, sostegno anche ai frontalieri
"Sostenere e aiutare come gli altri lavoratori italiani anche i frontalieri lasciati a casa temporaneamente o definitivamente dalle imprese ticinesi". E' questa la richiesta formulata alla Regione e al Governo dai consiglieri regionali del Partito Democratico Samuele Astuti e Angelo Orsenigo. I due raccolgono infatti una richiesta già avanzata dai sindacati per l'estensione delle garanzie al reddito previste dal decreto Cura Italia ai circa 6mila frontalieri rimasti senza lavoro in questo periodo.
Una simile richiesta sarà discussa con un altro emendamento presentato già dal senatore leghista Stefano Candiani e dal collega di partito Nicola Molteni, deputato.
Emendamento al Decreto, serve anche l'impegno di Regione
Il tema sarà discusso intano a Roma con un emendamento al decreto presentato dal senatore dem Alessandro Alfieri.
"Anche Regione Lombardia deve andare nella stessa direzione - spiegano i consiglieri - e stilare un documento forte che faccia sentire il sostegno ai frontalieri e la richiesta al Governo. Noi ci siamo, la nostra parte la vogliamo fare e useremo lo strumento della Commissione speciale".
Le richieste (anche al Ticino)
Le richieste sono chiare:
"Serve un’indennità per coloro che non vanno al lavoro e non percepiscono reddito. Soprattutto, anche i frontalieri devono poter usufruire degli ammortizzatori sociali. Inoltre, bisogna riconoscere anche a questi lavoratori il congedo parentale".
C'è poi l'aspetto della sicurezza di quei frontalieri che il lavoro ce l'hanno ancora e ogni giorno attraversano la frontiera:
"Vogliamo essere sicuri che chi va in azienda sia tutelato con il massimo degli interventi di sicurezza e quindi sia adeguatamente dotato dei dispositivi di protezione individuale - concludono - Questa richiesta la rivolgiamo, invece, al Canton Ticino e alle associazioni di categoria delle sue imprese".