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Tamponi
Test coronavirus con l'esame del sangue, Cosentino: "Alto rischio di falsi negativi"
Se ne parla ormai da alcuni giorni. I test sierologici però non sono una strada percorribile

Il consigliere regionale di Lombardia Ideale Giacomo Cosentino ieri, in Commissione Sanità, ha chiesto la possibilità di utilizzare un particolare esame del sangue per accertare la presenza del coronavirus.
Esame del sangue per il test coronavirus?
Se ne parla ormai da giorni: pochi tamponi e la necessità di farne sempre di più per avere davvero idea di quanto il coronavirus sia presente nella popolazione e, soprattutto, per individuare gli asintomatici che rischiano di diventare pericolosi vettori inconsapevoli dell'infezione. Ad oggi infatti il tampone viene eseguito, come prescritto dall'Istituto Superiore di Sanità, solamente sui pazienti con sintomi già gravi. Pratica che non permette quindi una lotta sul territorio all'epidemia concentrandola, in rincorsa, negli ospedali.
Attualmente ci sono due tipi di tampone come spiegava giovedì in conferenza stampa il professor Fausto Baldanti: quello molecolare, che attualmente richiede alcune ore per l'esito e quello sierologico, più rapido. Si utilizza però il primo, che è efficace però in una fase prossima ai sintomi. Il secondo, che viene eseguito come un esame del sangue, rileva gli anticorpi e quindi circa une decina di giorni dopo l'infezione.
Cosentino: "Non idoneo"
L'argomento comunque è stato dibattuto anche in Commissione Sanità, portato dal consigliere di Lombardia Ideale Giacomo Cosentino:
"Sono stato contattato anche da alcuni medici che mi chiedevano come mai Regione Lombardia non stesse adottando questo metodo visto che, rispetto al tradizionale esame col tampone, sarebbe più veloce ed economico. L’assessore regionale alla sanità Giulio Gallera mi ha risposto in maniera molto precisa e argomentata. Regione Lombardia e il Comitato scientifico che supporta il Governo hanno già sperimentato questo tipo di test ma, purtroppo, non è stato ritenuto attendibile. In pratica il test è in grado di rilevare la presenza di anticorpi ma la maggior parte delle persone che ha contratto il virus sviluppano gli anticorpi anche 14 giorni dopo il contagio, ciò significa che il test avrebbe esito negativo ma in realtà la persona è infetta".