Scontro Milano-Roma

Emergenza coronavirus, Monti: "Conte si tolga la giacca e venga qui a lavorare con noi"

Tensioni fra Roma e Milano sulla gestione dell'emergenza, lettera aperta al Premier da parte del consigliere leghista.

Emergenza coronavirus, Monti: "Conte si tolga la giacca e venga qui a lavorare con noi"
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Il Presidente della commissione regionale Sanità Emanuele Monti scrive al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in piena emergenza coronavirus: "Ci avete dato dei razzisti, attacca la nostra sanità e farnetica di commissariamenti".

Emergenza coronavirus, scontro con Roma

Le parole del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte su un eventuale commissariamento della Sanità lombarda e sulla diffusione del virus a causa di una gestione "non del tutto propria secondo i protocolli" da parte di un ospedale, hanno fatto subito alzare le barricate in Regione. In primis del Presidente Attilio Fontana, che ha dichiarato che "il Presidente del Consiglio getta la palla in tribuna per cercare di coprire delle falle gigantesche di un sistema di Protezione Civile che non sta dando alcun tipo di risposte".

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La lettera di Monti: "Virus qui grazie a politiche miopi del Governo"

Stamattina, il consigliere regionale e Presidente della commissione Sanità Emanuele Monti ha voluto quindi scrivere a Conte. Ecco il testo della sua lettera aperta:

Gentile Avvocato Conte per favore, qui stiamo lavorando seriamente da giorni per contenere un virus che è arrivato in Italia, soprattutto grazie a politiche miopi quali le vostre che il 29 gennaio davano dei razzisti ai nostri senatori della lega che chiedevano la quarantena per chi tornava dalla Cina. Politiche ideologiche che denunciavano la richiesta di Zaia e Fontana nel voler estendere la quarantena ai minori, anche lì eravamo ignoranti razzisti e fascisti.

Ora l’Avvocato Conte che in questi giorni avrebbe potuto almeno venire qui in Lombardia, a dare una mano, a lavorare come tutti noi per la salute dei cittadini italiani, pontifica dal suo ufficio romano.
Un posto che ricopre non certo perché sia mai stato votato, Avvocato Conte, e che anche per questo dovrebbe riconoscere all’Italia e agli Italiani un doppio debito di riconoscenza.
Quel debito, caro Avvocato, che muove la coscienza di tutti noi amministratori lombardi di qualsiasi livello istituzionale, quel debito che da giorni non ci fa dormire, non ci fa stare con le nostre famiglie, pur di riconoscere ai lombardi l’onore di rappresentarli e il dovere di difenderli.

Lei, Avvocato Conte, consigliato magari dall’ex grande fratello Rocco Casalino pensa di sparare balle a caso, attaccare i nostri medici e la nostra sanità che grazie a Dio esistono e stanno facendo i miracoli mentre lei punta il dito e farnetica addirittura commissariamenti.

Vuole un consiglio da un umile servitore del nostro paese?
Si tolga la giacca, si rimbocchi le maniche e venga qui a lavorare come tutti noi.
Porti contributi economici ad un sistema che traina il Paese ed è oggi in grande allarme e difficoltà.
Porti medici , ricercatori ed infermieri  per aiutare chi da giorni lavora senza pausa.
Porti almeno delle mascherine e dell’amuchina da distribuire negli ospedali.

Tutte queste cose, lei Avvocato Conte in quanto Premier italiano le può e le deve fare. Non aspetti di andare da Barbara d’Urso ad aggiornare noi Lombardi su quanto pensa di essere bravo ed intelligente ma venga qui con noi a lavorare.
Sono sicuro che così servirà al meglio il popolo italiano in questo momento così difficile!".

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