Caldo anomalo, i "giorni della Merla" son volati via. L'allarme di Coldiretti
La primavera anticipata è un pessimo segnale e un rischio per l'agricoltura. Si rischia un'annata peggiore del 2019.
Temperature primaverili in quelli che dovrebbero essere i giorni più freddi dell'anno, un caldo anomalo che fa tremare l'agricoltura prealpina.
Caldo anomalo, Merla disorientata
Tredici gradi ieri, venerdì 31 gennaio, e 16 previsti per lunedì. Quest'anno anche la "Merla" sembra esser volata via, in continuità con un 2019 che ha registrato caldo anomalo e temperature record (è il secondo anno più caldo di sempre, nel decennio più caldo da che si hanno dati, il 1880), superiori di quasi un grado rispetto alla media del secolo scorso. E se può sembrare una buona notizia per chi non ama il freddo, l'addio (si spera solo per quest'anno) dei "giorni della Merla" rischia di rappresentare un serio problema per l'agricoltura prealpina.
Clima impazzito
A lanciare l'allarme è Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza dell'agricoltura italiana.
"Nei prossimi giorni arriveremo a 16 gradi, temperature di piena primavera che potranno ulteriormente risvegliare anticipi di fioriture - spiega il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori - Se a questa fase di clima caldo fuori stagione dovesse seguire, come probabile, un calo improvviso della colonnina di mercurio, saranno guai seri".
"Il territorio prealpino non è preparato"
Tra le conseguenze anche l'acuirsi di fenomeni meteorologici "estremi", che già negli ultimi anni si fanno sempre meno rari, dalle bombe d'acqua a periodi di siccità.
"A queste variazioni climatiche il territorio prealpino non è preparato - prosegue Fiori - già in questi anni hanno provocato danni gravi su più fronti. Andiamo incontro a un’estremizzazione degli eventi che hanno messo in ginocchio l’agricoltura. Pensiamo all’anno nero vissuto nel 2019 dai produttori di miele, ma anche alle grandinate che hanno devastato campi, serre e strutture. E il 2020 potrebbe riservarci altre brutte sorprese".
Primavera anticipata
Gli effetti di un inverno che non c'è stato si vedono già in tutt'Italia: le fioriture sono anticipate, esponendo però le piante al rischio di gelate improvvise con il ritorno del freddo e la perdita delle produzioni e del lavoro di un intero anno. Il cambiamento climatico è una realtà innegabile, e lo dimostra anche la più elevata frequenza di fenomeni estremi con sfasamenti stagionali e rapidi passaggi dalla pioggia alla siccità, dal caldo al freddo.
"Un meteo pazzo che sta favorendo anche l’invasione di insetti e organismi alieni (nel senso ovviamente di non autoctoni, ndr) che distruggono i raccolti con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. L’agricoltura – conclude la Coldiretti prealpina – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali".