Disabilità gravissime, marcia indietro in Regione: ripristinati 600 euro di contributo minimo

Giosce l'opposizione: "Sconfessata la linea dell'assessore Bolognini. I disabili e le loro famiglie meritano rispetto".

Disabilità gravissime, marcia indietro in Regione: ripristinati 600 euro di contributo minimo
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Disabilità gravi e gravissime, approvato dopo la discussione il ritorno a 600 euro di contributo minimo, "tagliato" a dicembre. Il leghista Emanuele Monti: "Ora ci aspettiamo aiuto dallo Stato".

Disabilità gravissime, polemica in Regione

Più risorse dallo Stato e meno da Roma, con quel "taglio" dei contributi minimi mensili da 600 a 400 euro. Si era subito accesa la polemica in Consiglio Regionale la scorsa settimana, dopo la pubblicazione della delibera della giunta Regionale con cui si prendeva atto dei trasferimenti statali al Fondo per l'Autosufficenza. A guidarla il Pd che aveva subito presentato una mozione e le altre forze d'opposizione che oggi, martedì 14 gennaio, hanno ottenuto i voti per una "marcia indietro" che ripristina i 600 euro. 

Pd: "Sconfessata la linea dell'assessore Bolognini"

Massima soddisfazione dai dem Gian Antonio Girelli, Samuele Astuti e dal capogruppo Fabio Pizzul. 

"L’approvazione della nostra mozione in Consiglio regionale è importantissima per tante famiglie che si trovavano a dover fare i conti con il pesantissimo taglio della Giunta leghista - commentano - L’assemblea ha fatto la sua parte e ha sconfessato la linea dell’assessore Bolognini, ma soprattutto ha ribadito che le persone disabili e le loro famiglie meritano rispetto. Ora vigileremo che la giunta regionale dia loro le risposte che si attendono".

Centrodestra: "Ora maggiori risorse dallo Stato"

Mentre l'opposizione bussava sui banchi della maggioranza, ora questa lo fa a quelli del Governo: "Regione Lombardia continua a fare la sua parte, aiutando i propri cittadini con tutte le risorse disponibili ma anche lo Stato deve fare la sua parte", fa sapere il consigliere della Lega Emanuele Monti. E gli fa eco il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi:

"Sul tema dei finanziamenti a sostegno delle persone diversamente abili nei giorni scorsi è stata fatta molta confusione. Regione Lombardia non ha tagliato un centesimo dei fondi previsti, semmai il Governo Conte, al netto di un incremento degli stanziamenti, non ha tenuto conto della crescita esponenziale della platea dei beneficiari, che in Lombardia è passata dai 2400 circa del 2013 ai 9200 circa del 2019".

Su questo argomento si è inserita una seconda mozione a firma delle forze di maggioranza, in cui si chiede alla Giunta l'impegno a "realizzare una stima relativa al fabbisogno attuale e futuro, implementando progressivamente le risorse destinate a questo tipo di utenza - spiega sempre Comazzi - E’ inoltre necessario chiedere al Governo  un aumento complessivo delle risorse destinate alle Regioni, proporzionalmente alle previsioni di incremento degli accessi. Il tema che stiamo affrontando  è molto serio: al di là dei colori politici ciascuno di noi deve impegnarsi per tutelare questi cittadini".

No a un tavolo di confronto, Baffi (Italia Viva): "Non finisce qui"

Tutti contenti e discussione chiusa? No. Perchè sempre nella discussione di oggi la Giunta, attraverso l'assessore alla Disabilità Stefano Bolognini ha chiuso all'apertura di un tavolo di confronto. "La discussione non finisce qui - avverte il consigliere regionale di Italia Viva Patrizia Baffi -  Ritengo incomprensibile la posizione di chiusura tenuta oggi dalla maggioranza di fronte alle necessità avanzate in queste settimane da tutte le associazioni che rappresentano il mondo della disabilità a livello regionale". In quella delibera vi sarebbero, secondo Baffi, "Disposizioni penalizzanti per i disabili e per le loro famiglie", come l'applicazione delle soglie ISEE per l'accesso ai contributi.

"Non siamo contrari alla rendicontazione dell’utilizzo delle risorse - spiega il consigliere -  ma se prendiamo ad esempio in esame i criteri previsti per il buono mensile erogato in base alla permanenza a domicilio della persona con disabilità gravissima, la previsione di 40 ore settimanali per gli assistenti non conviventi a fronte di un contributo di 500 euro è la dimostrazione evidente di una misura inadeguata, un intervento che non andrebbe a coprire neanche la metà dei costi di una formale assunzione, con il rischio di incentivare l’assunzione dei familiari conviventi e di andare nella direzione contraria a quella che si dovrebbe privilegiare, che è quella dell’autonomia e dell’alleggerimento dei carichi familiari con aiuti esterni. I Fondi nazionali sono aumentati di 21 milioni di euro, non è quindi un problema di risorse ma di regole restrittive, che così come definite dalla maggioranza escludono dalla platea molte persone e famiglie in difficoltà".

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