Progetto di Potenziamento ferroviario Rho-Gallarate: il comitato Rho-Parabiago risponde a Toninelli e Olgiati

"Gli esponenti politici dovrebbero almeno informarsi correttamente prima di esultare per una spesa di 500 milioni per un’opera di cui non sanno nulla".

Progetto di Potenziamento ferroviario Rho-Gallarate: il comitato Rho-Parabiago risponde a Toninelli e Olgiati
Pubblicato:
Aggiornato:

Progetto di Potenziamento ferroviario Rho-Gallarate: il comitato Rho-Parabiago risponde a Toninelli e Olgiati.

Progetto di Potenziamento ferroviario Rho-Gallarate: il comitato Rho-Parabiago risponde a Toninelli e Olgiati

Con riferimento alle recenti dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture Toninelli e del deputato parlamentare Riccardo Olgiati in merito al progetto di Potenziamento ferroviario Rho-Gallarate, che già hanno suscitato forti critiche nel mondo politico locale, il Comitato Rho-Parabiago tiene a fare alcune precisazioni:

  •  L’affermazione “il progetto è stato migliorato” è totalmente falsa: il progetto è stato integrato con alcuni studi e approfondimenti richiesti dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ma le caratteristiche dell’opera sono rimaste esattamente le stesse e quindi anche le criticità: nessun miglioramento è stato apportato in merito agli impatti derivanti dal raddoppio della sede ferroviaria, dal rumore, dalle vibrazioni, dalle barriere, dalle aree di cantiere, né in merito ai rischi per la sicurezza. E nessun miglioramento è possibile finché ci si ostina a voler potenziare un corridoio infrastrutturale stretto in mezzo alle abitazioni. Anzi, il progetto è persino peggiorato, in quanto è aumentata la durata dei lavori (da 1759 a 1940 giorni), sono aumentate le abitazioni e le aree verdi private che saranno distrutte (da 325 a 354 proprietà espropriate), sono aumentate le aree di cantiere (da 26 a 28 aree) e con esse le aree agricole e a verde che saranno cancellate (da 182’000 mq a 217’800 mq).
  • L’affermazione “il progetto consentirà di passare da 10 a 24 treni all’ora” deve essere spiegata correttamente al fine di non illudere inutilmente i pendolari: innanzi tutto 24 treni/ora saranno previsti nella seconda fase dell’opera, ovvero con l’attivazione del terzo binario sino a Gallarate, che attualmente non rientra nel progetto, ma è solo indicata come possibile sviluppo futuro. Il progetto in discussione riguarda invece solo la prima fase, che prevede l’aggiunta di due binari tra Rho e Parabiago e un massimo di 16 treni/ora. Questi treni poi non sono tutti a servizio dei pendolari, perché includono anche i treni a lunga percorrenza, i treni diretti per Malpensa e i treni merci. Gli unici treni che saranno aggiunti a servizio dei pendolari sono quelli del nuovo passante, cioè 2 treni/ora in entrambe le direzioni, che comunque non proseguiranno oltre Parabiago. Nella maggior parte della giornata questi treni potrebbero già essere aggiunti con gli attuali due binari, perché la capacità residua lo consente, e nelle ore di punta (in cui già attualmente ci sono più treni rispetto al resto della giornata), lo stesso risultato si potrebbe ottenere aumentando il numero di carrozze o sostituendole con una tipologia più capiente.

Le parole dei pendolari

“Gli esponenti politici dovrebbero almeno informarsi correttamente prima di esultare per una spesa di 500 milioni per un’opera di cui non sanno nulla.

Ricordiamo al Ministro Toninelli che gli abbiamo scritto più volte via pec, ma non abbiamo mai ricevuto risposta. Ci dispiace che non abbia letto le nostre lettere, perché se le avesse lette avrebbe avuto tutte le informazioni per essere al corrente delle criticità dell’opera e per evitare dichiarazioni superficiali.

Saprebbe ad esempio che l’opera stravolgerà i paesi interessati con grave danno per il territorio e per la qualità della vita degli abitanti e che apporterà benefici minimi per i pendolari. Benefici che peraltro sarebbero conseguibili in modo più efficace, più veloce e molto meno costoso migliorando la manutenzione e la gestione del materiale rotabile e dell’infrastruttura esistente.

Saprebbe inoltre che il progetto che sta finanziando è un progetto dichiarato irrealizzabile dai suoi stessi progettisti per il contesto urbanizzato in cui si colloca, dichiarato illegittimo dal Tar e dal Consiglio di Stato, rinviato più volte dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per le numerose lacune tecniche.

C’è ben poco da essere fieri di un progetto così.

Ci auguriamo che chi si occuperà di infrastrutture a valle dell’attuale crisi di governo abbia finalmente la serietà, la responsabilità e la sensibilità necessarie per valutare un’opera anche in base alle sue ripercussioni ambientali e non solo in base a facili consensi e opportunismi politici”.

Seguici sui nostri canali