Dovevano essere quattro giorni di vacanza a Marrakech, un piccolo viaggio per chiudere un autunno particolare e la stesura di un romanzo. Invece, per la scrittrice di Caronno Pertusella Nicoletta Bortolotti, quei giorni si sono trasformati in un incubo cominciato in un vicolo della Medina, a pochi passi da Jamaa El Fna, e finito solo quando ha rimesso piede in Italia.
Due uomini incappucciati, su uno scooter l’hanno travolta alle spalle per strapparle la borsa
La caronnese e il marito stavano aspettando un’escursione verso Essaouira insieme ad un’altra coppia di turisti. Il video ripreso da una telecamera ha poi ricostruito con chiarezza la dinamica: due uomini incappucciati, su uno scooter lanciato a tutta velocità, l’hanno travolta alle spalle per strapparle la borsa. L’impatto è stato violentissimo. La scrittrice è caduta sulla pavimentazione in pietra, priva di sensi. «Quello che è successo me lo ha raccontato mio marito perché io ho visto tutto nero, in realtà marrone — racconta — forse per il dolore fortissimo. Ho perso conoscenza. Avevo un taglio in testa largo due centimetri e lungo tre, si vedeva l’osso. Il mio occhio destro sembrava spappolato», ha raccontato sulla sua pagina Facebook. I negozianti della zona, il marito e persino un senzatetto accorso dal suo giaciglio l’hanno sollevata e riportata al Riad, da dove è stato chiamato un taxi per raggiungere l’ospedale. «L’ambulanza, ci dicevano, non si sapeva se sarebbe arrivata». Poi la corsa in ospedale dove è iniziata la lunga verifica delle ferite: TAC, lastre, ricucitura della testa, visita oculistica. «Il medico aveva mani da mago — dice — e quel sorriso empatico che appartiene a tanti marocchini».
Trauma cranico con perdita temporanea di coscienza, contusioni, danni alla vista
La prognosi: trauma cranico con perdita temporanea di coscienza, contusioni, danni alla vista temporaneamente compromessa. Il giorno successivo, nonostante nausea incessante e forte spossatezza, si è presentata insieme alla famiglia all’aeroporto con la denuncia della polizia marocchina per poter tornare a casa. Ma al check-in Ryanair è arrivata la seconda doccia fredda, non era possibile partire senza un documento del consolato italiano. La scrittrice ha raccontato l’assurdità di quei minuti: «Una ragazza del numero d’emergenza ci ripeteva che ‘le regole sono regole’. Dovevamo andare a Casablanca, anche se avevo il volto tumefatto, vomitavo di continuo e non mangiavo da due giorni». Una famiglia italiana, incontrata in aeroporto, ha provato a fare pressione, un ragazzo di vent’anni ha parlato direttamente con il consolato. Ma nulla è cambiato.
Il video dell’aggressione nel frattempo ha iniziato a rimbalzare sui social marocchini
Il video dell’aggressione nel frattempo ha iniziato a rimbalzare sui social marocchini: «I miei figli dall’Italia mi hanno detto che ero diventata un meme. Altro che i libri». Ma l’odissea per tornare a casa non era terminata, perché per ottenere il documento necessario al rimpatrio, la famiglia ha dovuto raggiungere Casablanca in treno, tre ore tra deserto rosso e villaggi rosa. «La nausea era quasi passata, la vista sempre annebbiata, ma riuscivo finalmente a respirare. Al consolato italiano, dopo timori e attese, la procedura è conclusa».
“Ho dovuto annullare gli incontri con le scuole, non posso presentarmi con questa faccia”
Il giorno dopo di nuovo in aeroporto per la trafila e poter tornare a casa. Un percorso a ostacoli che per la scrittrice è terminato solo dopo aver appoggiato il piede sulla scaletta dell’aereo: «Non mi sembrava vero. Mai come in quei giorni ho rivalutato il significato della parola home». Nel frattempo è arrivata la notizia che i responsabili erano stati individuati. E nonostante l’incubo vissuto e le ferite riportato da parte della vittima c’è stata una reazione di grande umanità. «L’accusa potrebbe essere tentato omicidio. Ma se sono ragazzi dell’età dei miei figli, spero le conseguenze non siano tali da rovinare loro la vita. Solo che capiscano il danno che hanno fatto e quello ancora più grande che avrebbero potuto fare». Tornata in Italia, la scrittrice ha preferito annullare gli incontri scolastici: «Non posso presentarmi con questa faccia. Spaventerei i ragazzi. Finché posso spostare una data sulla mia agendina, c’è vita».