Slitta di una settimana la discussione delle parti del processo sull’omicidio di Andrea Bossi. In aula a Busto ha preso la parola l’imputato Douglas Carolo, che per la prima volta si è scusato con la famiglia della vittima.
Omicidio Bossi, tra una settimana la discussione
Questa mattina, martedì 2 dicembre, era prevista la discussione delle parti, quella fase in cui pubblica accusa, difese e parti civili tirano le somme del processo, presentano le proprie tesi e le proprie richieste. Appuntamento slittato di una settimana per via dell’indisponibilità di uno degli avvocati difensori e della volontà del presidente della Corte, il giudice Rossella Ferrazzi, di ascoltare tutte le parti in un’unica udienza. Si riprenderà dunque martedì prossimo, 9 dicembre, con udienza a oltranza, fino alle 21 se sarà necessario. Il 16 dicembre infine è prevista la sentenza, dopo le (eventuali) repliche.
Parla Carolo
Dopo l’acquisizione dei risultati della perizia effettuata sul telefono della madre di Caglioni, che ha permesso di estrarre le chat fra lei e l’ex fidanzata del figlio, l’imputato Douglas Carolo ha chiesto di poter prendere parola. A precisare, ha spiegato, uno dei passaggi del suo esame che lo stesso aveva deciso di interrompere in corso d’opera.
Caglioni non ha parlato dei momenti dell’omicidio, nè di quanto avvenuto successivamente (punto su cui si era fermato). Ma dei movimenti fatti insieme a Bossi prima del fatto.
Lui e Caglioni, ha raccontato, sarebbero arrivati insieme a casa di Bossi. Lui sarebbe salito, l’amico invece sarebbe rimasto fuori, all’uscita dei box. In casa, Carolo ha ribadito di non esser riuscito a consumare il rapporto sessuale che la vittima gli avrebbe chiesto.
Dopo una doccia, i due avrebbero deciso di fumarsi uno spinello: Carolo aveva la sostanza, ma non cartine e filtri.
“Le uscite furono tre, non due come avevo dichiarato al Pubblico Ministero – si è corretto, scusandosi, Carolo – Siamo scesi nei box e uscendo abbiamo visto Caglioni, poi siamo andati al distributore al benzinaio , ma siamo tornati indietro perchè non avevamo la tessera sanitaria. Quando siamo tornati abbiamo chiesto a Michele, ma anche lui non l’aveva. Siamo saliti, l’abbiamo presa e siamo riscesi per andare a un altro distributore, più vicino. Andrea è sceso, siamo tornati, ma quando siamo saliti ho visto che aveva preso il kit sbagliato, quello con le cartine corte e i filtrini in spugna, che non andava bene per lo spinello. Gliel’ho detto e lui mi ha risposto “Fai una cosa, torniamo a casa, almeno non fai aspettare il ragazzo giù e io torno indietro perchè è inutile che lo facciamo aspettare lì”. Siamo tornati a casa, Andrea ha parcheggiato davanti alla palazzina, siamo scesi entrambi e mentre lui saliva verso casa io mi sono recato nel giardino, ho chiamato Michele e gli ho detto di raggiungermi all’ingresso. Andrea è sceso e mi ha detto che aveva chiuso fuori il cane sul balcone, poi è salito in macchina ed è andato. Io e Michele siamo saliti insieme”.
Solo dopo la domanda della giudice se volesse aggiungere altro, Carolo ha concluso:
“Vorrei solamente chiedere scusa al papà di Andrea che è presente in aula e a tutti i famigliari. Basta”.