la protesta

Blocco studentesco in piazza contro la riforma scolastica

“Con questo blitz - inizia la nota del movimento - abbiamo voluto ribadire la nostra assoluta contrarietà ad una misura come il DDL Gasparri"

Blocco studentesco in piazza contro la riforma scolastica

Sabato 15 novembre a Varese, come in diverse città italiane, i militanti del fulmine cerchiato sono scesi in piazza per ribadire la propria opposizione a questo sistema scolastico che mira a trasformare gli studenti in oggetti fungibili e precari del libero mercato.

Blocco studentesco in piazza contro la riforma scolastica

“Con questo blitz – inizia la nota del movimento – abbiamo voluto ribadire la nostra assoluta contrarietà ad una misura come il DDL Gasparri che, giustificandosi dietro la facciata della ‘lotta all’odio’, introduce in realtà nelle scuole un sistema di sorveglianza ideologica, con sanzioni nei confronti di docenti e studenti che esprimano opinioni ritenute non conformi alla definizione IHRA. Con la scusa della lotta all’antisemitismo, in realtà, si vuole introdurre un vero e proprio bavaglio politico, privo di distinzioni tra legittimo dissenso e comportamento discriminatorio. La scuola non deve essere un tribunale ma uno spazio di confronto e autonomia”.

“Il sistema scolastico italiano – continua la nota – si trova oggi in ginocchio a seguito di una serie di riforme vigliacche, come quella portata avanti da Valditara. Possiamo considerare quest’ultima come la pietra tombale della scuola pubblica italiana. Meno cultura, più lavoro gratuito e istituti ridotti a succursali aziendali. A guadagnarci sono sempre e solo le grandi imprese, non gli studenti e nemmeno la produttività italiana. L’unico obiettivo di questa riforma è di gettare il più velocemente possibile i giovani studenti in pasto ad un mercato del lavoro sempre più vorace, anche grazie a misure come Ius Scholae e decreto flussi”.

Non più scuole ma diplomifici

“Prima – prosegue la nota – la Legge 107, con l’introduzione dei PCTO, poi la Riforma Valditara, hanno trasformato gli istituti scolastici in diplomifici, non più luoghi di formazione e cultura, ma fabbriche di precari per le multinazionali”

“Non resteremo a guardare – conclude la nota – mentre le nostre scuole vengono trasformate in aziende e tribunali ideologici ma lotteremo per spezzare le catene del conformismo della sinistra culturale e della repressione della destra economica. Noi siamo una forza che non può essere fermata, noi siamo la gioventù in rivolta!”