Il racconto

Dieci studenti e studentesse dell'ITE Tosi in bici attraverso la Cambogia oltre i propri limiti

Andrea Devicenzi: "L’idea di questo progetto è nata assieme alla dirigente del Tosi, Amanda Ferrario. Si tratta di un progetto innovativo, che ci auguriamo possa essere di ispirazione per altre scuole".

Dieci studenti e studentesse dell'ITE Tosi in bici attraverso la Cambogia oltre i propri limiti
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Una bici, un sogno ed un biglietto aereo per il sud-est asiatico. Sono tornati lo scorso venerdì i dieci ragazzi - tutti studenti  e studentesse dal primo al quinto anno dell’istituto Tosi di Busto Arsizo - che assieme ai docenti Marta Landini, Gianluca Zarini, Gabriele Benevento e all’atleta paralimpico Andrea Devicenzi hanno preso parte ad un’avventura davvero fuori dall’ordinario, attraversando la Cambogia su due ruote grazie al progetto «Oltre l’impossibile».

In bici attraverso la Cambogia oltre i propri limiti

Tra loro anche la tradatese Giorgia Trecchi, che ha festeggiato in sella il suo quindicesimo compleanno. La giovane tradatese e i suoi compagni sono partiti dall’aeroporto di Malpensa il 12 luglio, ma il loro viaggio è iniziato ben prima, in autunno, con la presentazione del progetto nell’aula magna della loro scuola e la scelta di entrare a farne parte.

Giorgia Trecchi

 

Ecco chi sono

Gli studenti che hanno presentato le loro candidature sono stati in tutto 107 ma solo dieci sono stati selezionati: Carlotta Galgani, Marianna Sada, Alessandro Longhin, Gabriele Kovaci, Matteo Scandroglio, Sandra Rayane Silva, Claudio Hassan, Brayan Medina Fuentes e Filippo Lupo. Insieme hanno affrontato un percorso di preparazione lungo cinque mesi, in cui la squadra ha iniziato fin da subito ad allenarsi assieme, autosponsorizzarsi e costruire passo dopo passo un legame e un sogno comune.

Un percorso di crescita

«Abbiamo imparato a conoscerci nei mesi precedenti alla partenza, ma durante i dieci giorni trascorsi in Cambogia il nostro legame si è stretto moltissimo», racconta la giovane tradatese di ritorno dal suo viaggio. «Non si è trattato di un semplice tour turistico, ma di un percorso di crescita che abbiamo svolto tutti insieme, condividendo le fatiche del viaggio, le insicurezze ma allo stesso tempo anche l’euforia di trovarci dall’altra parte del mondo». Il gruppo ha percorso in totale 808 km, in un giro ad anello che dalla capitale, Phnom Penh, lo ha portato ad attraversare luoghi straordinari, come il complesso templare di Angkor Wat.

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Il racconto di un'esperienza unica

«Ogni giorno pedalavamo dai 70 ai 170 km. Ci siamo allenati sodo prima della partenza, ma il clima cambogiano (nella stessa giornata potevano alternarsi alte temperature a forti piogge) e la fatica che si accumulava, giorno dopo giorno, chilometro dopo chilometro, ci ha messo ugualmente a dura prova, me per prima. Fin dai primi giorni mi sono accorta che facevo fatica a completare le tappe e a tenere testa al gruppo: questo inizialmente mi ha provocato un forte disagio e senso di inadeguatezza, ma i miei compagni, i professori e Andrea mi hanno fatto capire che è vero che dobbiamo cercare di superare i nostri limiti, ma anche imparare ad accettarli, che ognuno di noi ha risorse e caratteristiche diverse ma non per questo ci dobbiamo sentire meno capaci di altri. Sono tornata da questo viaggio profondamente cambiata, con una maggiore consapevolezza di quello che sono, ma anche con uno sguardo e una prospettiva più ampi rispetto a quando sono partita: in Cambogia abbiamo trovato una popolazione molto povera, ma allo stesso tempo ospitale e generosa».

Un viaggio "Oltre l'impossibil"

Un’esperienza profondamente arricchente anche per gli adulti che hanno accompagnato i ragazzi in questo viaggio, a cominciare da Devicenzi. «L’idea di questo progetto è nata assieme alla dirigente del Tosi, Amanda Ferrario, a seguito di uno degli incontri che frequentemente svolgo nelle scuole. Si tratta di un progetto innovativo, che ci auguriamo possa essere di ispirazione per altre scuole in Italia, che si pone tra i suoi obiettivi quello di promuovere lo sport, ma anche l’apprendimento esperienziale. Il viaggio diventa così per i ragazzi l’occasione per esplorare il mondo fuori e dentro di loro, per spingerli a mettersi in gioco ma anche ad uscire fuori dalla prorpria prospettiva e a guardare verso l’altro. Lo scorso anno, con la prima edizione di “Oltre l’impossibile”, siamo partiti con un altro gruppo di studenti alla volta dell’Islanda, ma ogni viaggio è diverso dall’altro».