Compleanno

Novantanove primavere per Bruno Anzani: quasi un secolo di passione per la bici

Una vita lunghissima, tutta dedicata alla bici: nel negozio aperto dal papà "Pinin" in via Fiume, e sui pedali. Anche contro Coppi e Bartali

Novantanove primavere per Bruno Anzani: quasi un secolo di passione per la bici

Novantanove candeline, per il “ciclista più anziano” di Tradate: Bruno Anzani ha tagliato l’invidiabile traguardo del quasi secolo sabato scorso, 12 luglio.

Una vita dedicata alla bicicletta

Vita lunga, legata indissolubilmente al negozio e officina di biciclette e motorini di via Fiume (che di anni ne ha invece 106, la più storica fra le attività cittadine e forse dell’intera provincia) portata oggi avanti dal nipote Paolo, consigliere comunale.

Seconda generazione di un negozio storico

“A 7 anni ero già in negozio a metter le mani sulle bici e a ripararle, con papà”.

Bruno è stato la seconda generazione di Anzani a lavorare nell’attività di famiglia, nata nell’ottobre del 1919 da Giuseppe Anzani (il primo “Pinin”, soprannome poi rimasto anche a chi ne ha preso il posto), all’epoca capo reparto alla Frera, che rispose alla richiesta dell’allora sindaco Astorre Vita di aprire un negozio per offrire un servizio ai viaggiatori che, allora, si muovevano prevalentemente in bicicletta.

“Cosa che faceva anche lui – ricorda Bruno – Ogni giorno, partiva da Milano fino alla Frera, in sella”. Negozio dove in tanti anni sono passate intere generazioni di ciclisti e di persone che si muovevano (e muovono) in bici, ovviamente prima della diffusione delle auto, ma anche in seguito quando mettere i piedi sui pedali è passato da necessità a hobby.

Sempre in sella, anche contro Coppi e Bartali

Dietro quel lavoro, c’è una vera e propria passione di famiglia: Giuseppe oltre ad aprire l’attività fu tra i primi a correre il Giro d’Italia e Bruno, cresciuto e dopo gli studi alle commerciali, ne seguì l’esempio.

“Nel 1945 partecipai al Giro di Lombardia insieme a Bartoli, Coppi, Magni, Leoni e Ricci. I grandi del nostro ciclismo. E negli anni Cinquanta oltre a correre per la Crennese, che in quegli anni raccoglieva l’elite ciclistica della provincia. E per quattro anni ho corso il Giro d’Italia cicloturismo. Manifestazione amatoriale, ma pur sempre con tappe di 3-400km ogni giorno. Le mie ferie le passavo in bicicletta”.

Nel 2002, l’ingresso in negozio della terza generazione di Anzani, col nipote Paolo, affiancato per tanti anni fino a che il fisico gliel’ha permesso. E ogni tanto, la testa in officina torna a mettercela. “Fino 3 o 4 anni fa veniva in bicicletta”, racconta Paolo. “Ora vorrei, ma le gambe non ce la fanno più”, replica Bruno. Che sfogliando album e ricordi, tra cui il libro realizzato dall’Associazione Studi Storici Tradatesi nel 2009 “Tre ciclisti tradatesi al primo Giro d’Italia” con la storia del padre Giuseppe, ripercorre i suoi tanti anni fra ruote, sellini, corone e catene.

“Una volta non era come adesso, le bici le costruivamo noi – ricorda – Erano artigianali, e indistruttibili”.

Dove nasca la passione, Bruno non lo sa. E alla domanda, la risposta ha il tono delle cose naturali:

“Ci sono nato e cresciuto insieme”.