Omicidio Bossi: le impronte, i colpi al volto e il fendente letale. "La vittima è deceduta in 5-10 minuti"
In aula a Buto Arsizio oggi hanno parlato il padre della vittima, i vicini, gli operanti dei Carabinieri intervenuti sabato e il medico legale che ha svolto gli esami sul corpo del 26enne

Primi testi davanti alla Corte d'Assise riunita nel Tribunale di Busto per il processo per l'omicidio del giovane Andrea Bossi, ucciso a fine gennaio 2024 nel suo appartamento di Cairate. Imputati, Douglas Carolo e Michele Caglioni.
Omicidio Bossi, il padre in aula
Ad aprire la fase delle testimonianze è stato il padre di Andrea Bossi, Tino. Lui il primo a trovare il corpo, sabato 27 gennaio 2024. Quella mattina, ha ricordato, suo figlio non aveva risposto ai messaggi sulla chat di famiglia, nè poi alle chiamate della madre. L'uomo era passato davanti alla casa di via Mascheroni mentre andava a svolgere una commissione. "Notai che c'erano le finestre chiuse e il cane sul balcone, non era normale". Il presentimento di qualcosa che non andava si trasformò in dura e tremenda realtà poco dopo, quando dopo aver suonato invano alla casa del figlio, infilate le chiavi nella serratura e aperta la porta, lo ha trovato riverso a terra in un lago di sangue.
"Mi si è gelato il sangue".
Dal corpo del figlio mancavano anelli e una collana d'oro, e nei giorni successivi il padre scoprì anche movimenti anomali sul suo conto corrente. Il più lampante, il prelievo di 350 euro al bancomat effettuato poche ore dopo il decesso.
Le impronte
Dopo il padre, parola uno dopo l'altro alle altre persone entrate nell'appartamento quel giorno. I vicini, tra cui un medico di base, subito chiamati da Tino Bossi per accertare le condizioni del figlio, un'altra vicina e il marito che hanno riferito del "pesante tonfo", "come un armadio che cade" udito dall'appartamento del 26enne poco dopo la mezzanotte. Poi, gli operanti dei Carabinieri che hanno svolto i primi rilievi.
Cruciali quelli sulle impronte delle scarpe, ricostruiti dal Maresciallo Michela Ruggeri, riuscita a isolare rapidamente quelle appartenenti alle persone intervenute dopo il ritrovamento del cadavere da quelle di chi era presente al momento dell'omicidio: impronte compatibili con le Nike Air TN di Douglas Carolo e con le Dr Martens di Michele Caglioni, trovate vicino alla pozza di sangue, nelle due camere da letto (con anche le impronte di Caglioni su una delle ante di un armadio) e sulle scale fino alla cantina della vittima.
I colpi e la morte
Come già noto, Bossi fu ucciso con una coltellata infertagli alla gola che aveva reciso la vena giugulare. Prima di quello, o contestualmente, però, è stato colpito anche al volto, più volte. "Probabilmente", secondo il medico legale che si è occupato dell'autopsia, con un oggetto contundente come il tegame trovato vicino al corpo, sporco anche quello di sangue.
Ferite che potrebbero avergli fatto perdere i sensi, ma non ucciderlo. Quello, ha confermato, è stato dovuto alla coltellata alla gola. La morte, ha spiegato, a quel punto è sopraggiunta nel giro di alcuni minuti. Cinque, massimo dieci.
Il servizio su La Settimana di Saronno in edicola da venerdì 11 aprile