la memoria dello sterminio

Gli studenti dello Ial in visita ai campi di concentramento

Gli studenti di Saronno e Legnano e Varese hanno partecipato a questo viaggio con grande maturità e rispetto

Gli studenti dello Ial in visita ai campi di concentramento
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A ottant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, IAL Lombardia, dal 27 febbraio al 02 marzo, insieme agli studenti dell’Istituto Newton di Varese e di Saronno e Legnano con il prezioso supporto delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, abbiamo percorso un viaggio della memoria forte e indimenticabile.

Gli studenti dello Ial in visita ai campi di concentramento

Ad accompagnarli, Elisabetta Ruffini, della Fondazione Memoria della Deportazione che insieme alle guide locali, ha condotto alla scoperta dei luoghi simbolo dell’orrore nazista: Ebense, Gusen, Hartheim e Mauthausen. Un viaggio intenso, non solo per ricordare, ma anche per trasmettere alle nuove generazioni il valore fondamentale della memoria.

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Le tappe del viaggio

La prima tappa ha condotti gli studenti al campo di concentramento di Ebensee, nell’Alta Austria. Qui, tra il 1943 e il 1945, oltre 18.000 prigionieri furono costretti a scavare immense gallerie nelle montagne circostanti. Nello stesso complesso, è presente il monumento Lepetit realizzato da Gio Ponti, voluto da “una donna italiana” – la signora Lepetit, per l’appunto – che in quei luoghi ritrovò il corpo della marito sepolto in una fossa comune. Un dolore colare che la donna dedica allo sposo e ai suoi compagni e che rappresenta quello delle altre figure femminili a cui è stato affidato il difficile compito di ricostruire la memoria collettiva.

Visitare Ebensee

Il castello di Harteim, seconda tappa del nostro viaggio, cela un passato oscuro e tragico. Prima luogo di cure per bambini malati di mente, dal 1940 fu trasformato in un centro di eutanasia nell’ambito dell’operazione T4, ossia lo sterminio di oltre 18.000 malati mentali e persone disabili.
La bellezza del luogo, in contrasto con la sua storia, ha reso l’esperienza ancora più toccante e ha spinto a riflettere sulle politiche di sterminio naziste e sull’eugenetica anche attraverso la speciale conferenza di Carlo Saletti su questo tema e la mostra ivi presente.

Visitare Herteim

La terza e ultima tappa ha visto i presenti sui luoghi dell’ex campo di concentramento di Mauthausen, un luogo complesso e ricco di storia. Una spaventosa fortezza di pietra, costruita vicino alla cava in cui lavoravano i prigionieri.

I deportati erano di tutte le nazionalità: polacchi, ungheresi, sovietici, francesi, belgi, olandesi e italiani.
Abbiamo visitato il campo, camminato lungo i viali del campo, visitando le baracche, le docce e i forni crematori e le camere a gas in cui si stima che oltre 10.000 prigionieri abbiano trovato la morte.
Chi sopravviveva era comunque sottoposto a vessazioni e torture di ogni tipo: famoso “il muro del pianto”, oggi coperto da lapidi. Su di esso erano inchiodate delle catene che costringevano il deportato a rimanere dritto in piedi per giorni, senza possibilità di accasciarsi e trovavano spesso la morte attraverso “il bacio del cane”, ossia a causa dei morsi dei cani aizzati dai tedeschi.

Visitare Mauthausen

Gli studenti di Saronno e Legnano e Varese hanno partecipato a questo viaggio con grande maturità e rispetto. Le loro domande, i loro silenzi, le loro riflessioni hanno arricchito l’esperienza e ci hanno ricordato l’importanza di coinvolgere le nuove generazioni nella memoria storica. La distonia tra la bellezza dei luoghi e l’orrore degli interni ha suscitato in loro emozioni contrastanti, che hanno saputo tradurre in parole e pensieri nei loro diari di viaggio.

Rabbia, nostalgia, ma anche speranza e solidarietà: queste alcune delle emozioni che sono emerse e che sono state trascritte su di un personale “diario di bordo”: lasciare traccia della propria memoria per ricostruire una nuova memoria.

Questo viaggio è stato anche un’esperienza corale, grazie alla partecipazione e sostegno delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL. La loro presenza ha sottolineato l’importanza di un impegno comune per la memoria e per la difesa dei valori di libertà, dignità e solidarietà.
Arricchente anche la presenza di Marinella e Lorenzo, due persone adulte che hanno deciso di fare il viaggio con noi per vivere e raccontarci quei luoghi in cui i loro familiari più stretti hanno vissuto e conosciuto l’orrore.

I protagonisti

Gli studenti tornano da questo viaggio della memoria con il cuore colmo di emozioni e con la consapevolezza che ricordare è un dovere. Un dovere nei confronti delle vittime, ma anche un dovere verso le future generazioni. La memoria è un ponte tra il passato e il futuro e strumento per leggere il presente e costruire il futuro.

"Oggi, più che mai, è fondamentale tenere viva la memoria dell’Olocausto e di tutte le forme di totalitarismo, per contrastare ogni forma di discriminazione, razzismo e violenza - fanno sapere dallo Ial - Dobbiamo imparare a riconoscere i segnali di pericolo, i “campanelli d’allarme” che possono condurre a nuove forme di oppressione e di violazione dei diritti umani. Solo così potremo costruire un futuro di accoglienza, libertà e giustizia per tutti. Desideriamo ringraziare di cuore le guide e gli storici che ci hanno accompagnato in questo viaggio, condividendo con noi la loro conoscenza e la loro passione. Un ringraziamento particolare va ad Elisabetta Ruffini, per i suoi preziosi contributi e per il suo impegno nella diffusione della memoria, Carlo Saletti e altre guide locali che con competenza ed empatia ci hanno accompagnato in questo viaggio. La loro presenza è stata fondamentale per rendere questo viaggio un’esperienza di apprendimento e di crescita personale".

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