La storia di Rodari in scena ad Uboldo, dove tutto è iniziato
La rappresentazione ha ricordato gli anni giovanili di Gianni Rodari. Dal 1920, anno di nascita di Rodari, al 1943, ultimo anno di insegnamento come maestro elementare proprio a Uboldo
“Abbiamo riportato Gianni Rodari a casa, a Uboldo, là dove tutto è iniziato”. Esordisce così Alessandro Colombo, autore e protagonista (o come si definisce lui “NarrAutore”) dello spettacolo “Io, il Favoloso Gianni - La vera storia della mia prima vita da Maestro Straordinario”, portato sul palco del Teatro San Pio di Uboldo dalla Cooperativa Fiore che Ride.
La storia di Rodari in scena ad Uboldo, dove tutto è iniziato
E il ritorno a casa di Gianni Rodari è stato accolto con grandissimo calore dal pubblico – quasi 200 persone – che ha affollato il teatro e ha salutato il grande scrittore con un lunghissimo applauso al termine della rappresentazione.
Sul palco, applauditissimi, Alessandro Colombo, nei panni del giovane Gianni Rodari, affiancato da Silvia Chiaravalle, giovane laureanda in mediazione linguistica, che ha interpretato alcune tra le più belle poesie e filastrocche di Rodari. E poi Giulia Boretti, giovane cantante, che è intervenuta cantando alcuni brani su poesie di Rodari accompagnata alla chitarra da Flavio Milan, che si è occupato anche del commento musicale e della regia. Il tutto sotto l’abile regia audio e luci di Graziano Dalla Valle. Lo spettacolo è tratto dal libro scritto da Alessandro Colombo con la consulenza editoriale di Sara Hamcho per Macchione Editore.
La rappresentazione degli anni giovanili di Rodari
La rappresentazione ha ricordato gli anni giovanili di Gianni Rodari. Dal 1920, anno di nascita di Rodari, al 1943, ultimo anno di insegnamento come maestro elementare proprio a Uboldo.
Ventitre anni che coincidono con l’ascesa al potere e la caduta di Benito Mussolini. E che raccontano la trasformazione del giovane Rodari: dal cattolicesimo all’antifascismo fino al comunismo, passando dal Seminario alla Bandiera Rossa… Un Rodari che, dopo aver frequentato l’Azione Cattolica diventa Comunista imparando, quando si doveva cantare “Giovinezza”, a mescolare nel coro le parole dei sovversivi: “Delinquenza, delinquenza, del fascismo sei l’essenza col delitto e la violenza tu oltraggi la civiltà.”
Un Rodari che, viste le difficoltà economiche della famiglia, passa dal Ginnasio alle magistrali per diventare insegnante e poter iniziare a lavorare presto. E, come tutti gli insegnanti, è costretto a prestare giuramento al partito e a iscriversi alla GIL, la Gioventù Italiana del Littorio.
Le parole di Alessandro Colombo
“Abbiamo raccontato una Uboldo poco conosciuta – prosegue Alessandro Colombo -. Quella degli anni Quaranta che fa ancora parte del Comune di Saronno, abbiamo raccontato della scuola del paese, della Trattoria La Passeggiata, della famiglia Comi, della Maestra Eugenia Melegari in Legnani, di don Mario Tronconi, della Cascina Regusella, del quaderno del piccolo Giampiero Zaffaroni, e di molto altro ancora riguardante il paese di Uboldo e la provincia di Varese. E lo abbiamo fatto utilizzando un modo leggero – ha concluso Alessandro Colombo -, ma non per questo meno profondo, di raccontare la storia “vera” del periodo fascista in Italia e la scuola di quegli anni lontano da pregiudizi e giudizi”.
Visti i consensi di critica e di pubblico, dopo aver detto “Buona la Prima” all’indomani del debutto a Castano Primo, ora, dopo il passaggio a Uboldo, possiamo dire “Ottima la Seconda”.