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Un giovane fisico saronnese ha risolto il "Paradosso del nonno"

Il suo studio è stato pubblicato sulla rivista «Classical and Quantum Gravity»

Un giovane fisico saronnese ha risolto il "Paradosso del nonno"
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Ha risolto il cosiddetto «paradosso del nonno», spiegando come i viaggi nel tempo, almeno in teoria, siano possibili. Lui è Lorenzo Gavassino (nella foto), 30 anni, fisico di Saronno alla Vanderbilt University di Nashville (Stati Uniti).

Un giovane fisico saronnese ha risolto il "Paradosso del nonno"

Il suo studio è stato pubblicato sulla rivista «Classical and Quantum Gravity». Notizia che è circolata non solo tra chi si occupa del settore (lo studio è stato menzionato in riviste importanti), ma che ha anche avuto una grande risonanza – soprattutto in Italia – sia perché tocca un tema che da sempre affascina, (si pensi a film e romanzi in cui si viaggia nel tempo per cambiare la storia o per trovare l’epoca in cui vivere), sia perché lo spunto da quello che ha definito «un gioco» è partito proprio dalla nota di un fisico italiano.

Ha risolto il «paradosso del nonno», in cosa consiste?

«In generale, un “paradosso temporale” è una situazione dove un viaggiatore nel tempo va nel passato e crea una inconsistenza logica. Questo si vede molto spesso nei film di fantascienza. Nella sua forma originale, il “paradosso del nonno” è quando il viaggiatore va nel passato e uccide il nonno prima che questi abbia la possibilità di far figli. Se questo accade, il viaggiatore nel tempo non è mai nato, perché il nonno non ha mai procreato. Ma se il viaggiatore non esiste, non può aver ucciso il nonno. E si crea la contraddizione».

Al di là della fantascienza, perché questo argomento suscita così tanto interesse?

«La relatività generale di Einstein ammette l’esistenza di situazioni ipotetiche dove il viaggio nel tempo è potenzialmente fattibile (anche se al momento non sappiamo se tali situazioni si realizzino in natura). Siccome l’obiettivo della fisica è capire come funzionano le cose, è inaccettabile che non si sappia la risoluzione del paradosso, anche se solo a livello ipotetico».

E cosa succede al nonno?

«Ci sono stati due filoni di pensiero. Il primo è la versione del “multiverso”: il paradosso non c’è perché quando il nonno muore si crea un’altra “linea temporale” (qualunque cosa questo voglia dire). Quindi, il viaggiatore non cambia il passato da cui viene, ma crea una nuova versione del passato in una realtà parallela. Questa è una soluzione un po’ pigra a mio avviso. Di base, risolvi il problema trasformando il viaggio nel tempo in un viaggio in un altro mondo, che è un concetto profondamente diverso. Il secondo filone di pensiero (molto più comune fra i fisici), invece, dice che in qualche modo la natura deve impedire il verificarsi di impossibilità logiche e situazioni autocontraddittorie. Non puoi farcela a uccide il nonno perché... la tua stessa esistenza dimostra che non ce l’hai fatta!».

Veniamo alla sua pubblicazione.

«Ho fatto vedere che, se la nostra compressione attuale delle leggi della fisica è corretta, l’idea secondo cui la natura trova il modo di evitare contraddizioni è dimostrabile in modo rigoroso. La natura trova il modo di evitare ogni “assurdità” o paradosso. La consistenza interna della storia è sempre preservata. La vera sorpresa è “come” la natura ci riesce».

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