La scelta di rosa: donare il proprio corpo alla ricerca scientifica
Una signora di 80 anni, deceduta nell'ultimo giorno dell'anno, è stata la prima a Varese a scegliere dopo una diagnosi severa di lasciare il proprio corpo a disposizione di medici e ricercatori
Una signora di 80 anni ha deciso di donare il suo corpo alla ricerca scientifica: è il primo caso registrato a Varese.
Donare il corpo alla ricerca scientifica: la scelta di Rosa
Una diagnosi severa la raggiunge alle soglie degli ottant'anni: la malattia è di quelle che annunciano una rapida perdita delle autonomie di base e una ridotta aspettativa di vita.
La signora Rosa (nome di fantasia) provvede subito a definire un aspetto che le sta evidentemente molto a cuore: il proprio destino negli ultimi giorni e dopo la morte.
Si reca in Comune e deposita le proprie volontà, sotto forma di DAT (Disposizioni anticipate di trattamento, previste dalla L n. 219 del 2017). Al contempo, con un gesto di enorme generosità, pensa anche agli altri, sconosciuti che, come lei, si troveranno a lottare contro qualche malattia che improvvisamente li riguarderà, magari una di quelle per le quali oggi non è ancora conosciuta una cura efficace. Sul finire della scorsa estate, infatti, Rosa sottoscrive una scelta innovativa: dopo la morte donerà il suo corpo alla ricerca scientifica.
La fine della vita è purtroppo arrivata nell'ultimo giorno dell'anno appena concluso.
Un anno a disposizione di medici e ricercatori
Acquisita in quello stesso giorno l'informazione dalla figlia, fiduciaria per la mamma, la struttura di Medicina Legale della ASST dei Sette Laghi, diretta dal Dott. Massimo Alonzo, si è attivata per poter realizzare la volontà della signora Rosa e così, dai prossimi giorni e per un anno, Rosa continuerà ad essere di supporto in un Centro autorizzato per la conservazione dei corpi dei defunti, a fianco di medici e ricercatori quotidianamente impegnati nello studio di malattie rare e cure innovative, per assicurare un miglior futuro a ciascuno di noi.
Trascorso un anno, come previsto dalla legge, Rosa potrà tornare ad essere accolta dai suoi cari, lasciando alle generazioni future un grande esempio di altruismo e bontà.
"Grazie"
"Questo è il primo caso per ASST Sette Laghi di donazione del corpo alla scienza - spiega il Dott. Alonzo - e ci auguriamo che possano seguire ulteriori casi di analoga generosità finalizzata a favorire ed accelerare il progresso scientifico negli anni a venire. Il desiderio della signora Rosa si è compiuto grazie all'introduzione della Legge n. 10 del 2020, che ha avviato in Italia una nuova regolamentazione sul tema della donazione del corpo, migliorando la protezione dei diritti dei donatori e delle loro famiglie. Siamo davvero riconoscenti alla signora Rosa, che ha dimostrato non solo grande generosità, ma anche una modernità di pensiero e un'apertura mentale che speriamo sia di esempio per tutti noi".
Eventuali informazioni sulla procedura e sugli aspetti connessi potranno essere richieste contattando la SC Medicina Legale di ASST dei Sette Laghi (segreteria.