L'ex sindaco Cavalotti difende il salvataggio del Grassi: "Non fu un capriccio, ma cultura"
La replica dopo la richiesta del leghista Candiani di aver un riepilogo di tutti i costi legati al cinema per "capire se si sia trattato di un capriccio del centrosinistra a spese dei tradatesi"
"La cultura non è mai un capriccio": l'ex sindaco di Tradate Laura Cavalotti, oggi consigliere di minoranza per Partecipare Sempre, difende la scelta della sua Amministrazione di salvare la sala cinema comunale Paolo Grassi.
Cinema Grassi, la richiesta di Candiani
A riaccendere la discussione, sopita negli ultimi anni, sulla sala cinema del Comune era stato il consigliere della Lega Stefano Candiani. Nel corso dell'ultimo consiglio comunale, il leghista ha infatti chiesto all'assessore alla Cultura Erika Martegani di avere un riepilogo di tutti i costi legati alla struttura, quelli sostenuti negli ultimi anni e quelli per il suo funzionamento.
"Solo così potremo capire se il Grassi è stato un capriccio dell’Amministrazione Cavalotti e del centrosinistra a spese dei cittadini - aveva spiegato - e se ha ancora oggi un senso e merita di essere finanziata".
Cavalotti: "La cultura non è mai un capriccio"
Scontata la replica da chi guidò quell'Amministrazione di centrosinistra che decise di investire e rilanciare il Grassi, ristrutturandolo e dotandolo di un nuovo proiettore 4k.
"Personalmente, non ritengo un capriccio l’aver voluto fare cultura in una città che, oltre alla Frera, non offre grandi iniziative e occasioni - replica Cavalotti - E’ sbagliato pensare di misurare la bontà o meno di un’iniziativa in campo culturale col mero dato economico. Sono orgogliosa di quel 'capriccio', là dove Candiani vedeva e forse vede ancora un condominio e un parcheggio e dove si è voluto invece dare spazio alle associazioni, alle scuole e all’aggregazione, anche con un cinema che ci auguriamo di veder presto ripartire come promesso in consiglio comunale dall’assessore Erika Martegani".
"Guardiamo ai costi del vigneto"
La difesa del Grassi lascia spazio al contrattacco:
"Visto che Candiani parla di capricci e costi, sarebbe interessante applicare lo stesso metro di giudizio al vigneto comunale, che ormai da anni non produce più nulla e non accoglie più gli studenti per la vendemmia didattica: quanto è costato e quanto costa? Oppure il negozio alla Fornace che il Comune aveva acquisito a scomputo di oneri di urbanizzazione, che fino alla vendita alla nuova proprietà è pesato sulle casse comunali per migliaia e migliaia di euro senza beneficio alcuno per i cittadini".