tempi ancora più lunghi

Udienza Mottarone: si riparte da zero dopo mesi di "preliminari"

Il fascicolo verrà ora restituito alla procura e l’udienza preliminare inizierà da capo, con un altro giudice a esaminare le richieste

Udienza Mottarone: si riparte da zero dopo mesi di "preliminari"
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L’udienza lampo sulla Strage del Mottarone dove morì anche una famiglia di Vedano olona, di giovedì 10 ottobre, per far luce sulla strage del Mottarone, si è conclusa poco dopo le 13 – ma i lavori erano durati soltanto mezz’ora – con la prospettiva peggiore, almeno per quanto riguarda i parenti delle vittime: dopo mesi e mesi di “preliminari”, si ricomincerà da zero.

Udienza Mottarone: si riparte da zero dopo mesi di "preliminari"

La gup di Verbania Rosa Maria Fornelli ha infatti deciso che il procedimento dovrà ripartire dalla chiusura delle indagini avvenuta oltre un anno fa. A questo crocevia si era giunti dopo che a metà luglio 2024 la stessa giudice aveva chiesto alla procuratrice Olimpia Bossi e alla sostituta Laura Carrera che si occupano del fascicolo sin dal giorno della tragedia del 23 maggio 2021, di riformulare i capi di imputazione nei confronti delle sei persone e delle due società coinvolte, escludendo i reati inerenti alla sicurezza sul lavoro e le relative aggravanti e alleggerendo, di fatto, la posizione di alcuni. La procura aveva detto no e la “palla” era così tornata nelle mani della gup, che ieri dopo essersi ritirata in camera di consiglio ha preso la sua decisione (viceversa, avrebbe potuto accettare i capi d’imputazione come proposti e optare per i rinvii a giudizio o i proscioglimenti).

Un corto circuito non gradito da famigliari

Il fascicolo verrà ora restituito alla procura e l’udienza preliminare inizierà da capo, con un altro giudice a esaminare le richieste. Un vero e proprio corto circuito non certo gradito dai familiari delle vittime, che comprensibilmente si attendevano una giustizia dai tempi più veloci. Nell’incidente di tre anni fa morirono in 14 e nei guai per omicidio plurimo colposo e non solo sono finiti il titolare delle Ferrovie del Mottarone, la società che gestiva l’impianto, Luigi Nerini; il direttore di esercizio, Enrico Perocchio; il caposervizio, il borgomanerese Gabriele Tadini; i vertici di Leitner, tra cui il vicepresidente Martin Leitner; il responsabile del customer service Peter Rabanser; le due società stesse, Leitner e Ferrovie del Mottarone. Era stata chiesta, invece, l’assoluzione per il presidente della multinazionale del gruppo di Vipiteno, Anton Seeber.

Il mercato intervento dei freni d'emergenza

Secondo l’ipotesi degli inquirenti, le cause della tragedia andrebbero addebitate a una catena di omessi controlli, primo fra tutti quello mensile sulla fune via via deterioratasi, a cui si aggiungerebbe la consuetudine di inserire i forchettoni – lo ha confessato Tadini –, “escamotage” utilizzato per evitare i blocchi al servizio che ha, però, impedito l’entrata in funzione dei freni di emergenza. Sulla vicenda, va ricordato, c’è stata una maxi perizia discussa con la formula dell’incidente probatorio. Per quanto riguarda i risarcimenti, agli oltre 90 familiari delle vittime, poi usciti dal processo, da parte di Reale Mutua, l’assicurazione di Ferrovie del Mottarone, e da parte di Leitner si sono aggirati tra i 25 e i 30 milioni di euro. Rimangono ancora una trentina di parti civili che si aggiungono alla Regione Piemonte e al Comune di Stresa.

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