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Candiani: "Più pubblicità in RAI per dire addio al canone"

La proposta di legge del deputato tradatese della Lega: aumentare la pubblicità sulle reti del servizio pubblico e azzerare il canone in cinque anni

Candiani: "Più pubblicità in RAI per dire addio al canone"
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Il deputato tradatese della Lega Stefano Candiani ha presentato una proposta di legge che, se approvata, porterebbe a dire addio al canone RAI nel giro di cinque anni. Ma in maggioranza c'è chi si oppone.

Canone RAI, Candiani: "Addio possibile in cinque anni"

La proposta di legge consiste in due articoli. Il primo, prevede l'innalzamento del tetto massimo agli spazi pubblicitari sulle reti del servizio pubblico al 7% nelle fasce orarie dalle 6 alle 18 e dalle 18 alle 24 (attualmente è al 6%), mantenendo quello al 12% di ogni ora.

"Nel 2022 - spiega Candiani - gli spot valevano complessivamente circa 500 milioni di euro: un aumento di un punto percentuale porterebbe la cifra complessiva di raccolta a poco meno di 600 milioni, dando all'azienda la possibilità di una maggiore autonomia sul mercato".

Più introiti, quindi, che dovrebbero permettere un progressivo addio al canone imposto ai cittadini, che nel 2022 ha portato nelle casse dello Stato (e in parte a quelle della TV pubblica) 1,86 miliardi.

Ed è infatti diretta sul canone la seconda modifica contenuta nella proposta di legge Candiani, che "rispolvera" uno dei cavalli di battaglia del Carroccio: l'abolizione, da farsi in cinque anni con la riduzione progressiva del 20% dell'attuale importo. "Il fabbisogno finanziario per la gestione della fornita del servizio pubblico - spiega sempre l'onorevole - è coperto attraverso la revisione del sistema delle imposte dirette (attingendo quindi alla fiscalità generale, ndr), nonchè dei proventi derivanti dalla pubblicità televisiva".

C'è chi dice no

Prima ancora di passare al vaglio del Parlamento, intanto, c'è già chi storce il naso. E nella stessa maggioranza. A quanto riportato ad esempio da Adnkronos, fonti di Forza Italia avrebbero parlato di "iniziativa non concordata" e di una contrarietà a qualsiasi ipotesi di "trasformare la Rai in un'azienda commerciale". Contrari anche Noi Moderati, con Maurizio Lupi che ricorda l'assenza dell'abolizione del canone nel programma di governo".

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