Milano-Saronno

Sfregiato con un coccio di vetro in stazione a Milano: undici arresti

Gli avevano testo un'imboscata per rapinarlo: calci, pugni, un colpo di fibbia all'occhio e poi un taglio, da fronte a mento, con un pezzo di vetro

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Lo avevano accerchiato e aggredito in gruppo, circa una quindicina, fuori dalla stazione di Porta Garibaldi a Milano, sfregiandogli il volto con un coccio di vetro: a distanza di sette mesi, la Squadra Mobile di Milano ha arrestato undici persone.

Sfregiato a Porta Garibaldi: 11 in manette

I fatti risalgono allo scorso agosto. Vittima, il 19enne di origini ucraine Danylo Shydlovskyi. Le provocazioni erano iniziate sul treno da Lecco diretto al capoluogo su cui il giovane viaggiava insieme ad alcuni amici. Poi, nel tunnel che porta all'esterno della stazione di Porta Garibaldi, lo avevano seguito, raggiunto e gli avevano strappato gli occhiali.

Lui li aveva seguiti fino all'esterno, dove era avvenuta l'imboscata: almeno una quindicina di persone, aveva raccontato, che lo avevano accerchiato e aggredito. Calci, pugni, un colpo inferto con la fibbia di una cintura sotto l'occhio destro e infine, preso alle spalle, lo squarcio sul volto con un coccio di vetro, cui erano seguiti altri fendenti sul corpo. L'aggressione si era conclusa con lui a terra, nel sangue, e il branco in fuga col suo borsello.

Raggiunto dai soccorsi, il 19enne era stato trasportato immediatamente in ospedale, dove per il solo taglio al volto, dalla fronte al mento, gli erano stati messi 80 punti.

Gli arresti

Sette mesi dopo quei minuti tremendi, gli investigatori della Squadra Mobile di Milano coordinati dal dirigente reggente Domenico Balsamo, e i colleghi del Compartimento Polfer della Lombardia hanno arrestato undici persone, tutti egiziani dai 19 ai 36 anni, ritenuti protagonisti di quell'aggressione.

L'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip milanese è arrivata dopo mesi di indagini e accertamenti investigativi partiti dalle dichiarazioni dei testimoni presenti, oltre che chiaramente della vittima, e dall'analisi delle riprese effettuate dalle telecamere della videosorveglianza.

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